Nella giornata di ieri, 12 luglio, il Parlamento Europeo ha votato in favore della “Nature Restoration Law”, la legge sul ripristino della natura. Il dossier entra ora nel cosiddetto “trilogo”, ovvero la fase della discussione congiunta fra Parlamento, Consiglio e Commissione europea.
In merito, FACE – la Federazione dei cacciatori europei – ricorda che sono state apportate alcune modifiche significative ad alcuni articoli, che richiederanno maggiore chiarezza nelle prossime settimane.
In generale, la legge sul ripristino della natura richiederà lo sviluppo di piani nazionali di ripristino per dare priorità a una maggiore attenzione alla conservazione degli habitat in collaborazione con le principali parti interessate.
Per decenni, FACE ha sottolineato la necessità di una maggiore attenzione alla conservazione degli ambienti naturali per aiutare le specie di avifauna legata agli habitat agricoli nelle campagne europee. Prima del “Controllo sull’Adeguatezza delle Direttive Natura” (il cosiddetto “Fitness check” di quasi 10 anni fa), FACE ha sottolineato la necessità di una “Maggiore enfasi sulla conservazione degli habitat, in particolare al di fuori delle aree protette, e priorità agli interventi per favorire e sostenere le specie con uno status di presenza e conservazione più svantaggiato rispetto alle specie più note e carismatiche”.
In pratica cosa comporta per i cacciatori la nuova legge?
Per FACE è chiaro che i cacciatori beneficeranno di una migliore biodiversità in Europa, in particolare per popolazioni di piccola selvaggina, molte delle quali sono in diminuzione. La metà dei nostri uccelli cacciabili ha uno status UE “non sicuro” e questa è una grave minaccia per la caccia sostenibile in Europa.
Fino ad ora, la politica europea per la natura si è basata principalmente sulla protezione delle specie e sulle aree protette per conservare la biodiversità, ma questo tipo di approccio sta dando risultati contrastanti.
Da ora in poi, i piani nazionali di ripristino devono includere misure realizzabili che consentano di favorire le specie cacciabili, in collaborazione con i principali portatori d’interesse.
Ad esempio, i piani nazionali dovrebbero incentivare le iniziative di ripristino locali e regionali realizzate o proposte dai cacciatori. La gestione degli habitat per la selvaggina avviene a livello locale e dobbiamo impegnarci per garantire che le buone iniziative dei cacciatori siano pienamente sostenute e incentivate.
Il dialogo attivo con le parti interessate – conclude la sua nota FACE – sarà fondamentale per il futuro della pianificazione degli interventi di ripristino nazionali. Questo punto è stato chiarito durante il dibattito al Parlamento europeo.
“Con l’approvazione della legge europea sul ripristino della natura finalmente vediamo superare decenni di sterile protezionismo fine a se stesso e quindi spesso vuoto di significati oltre che di risultati, per muoversi verso un approccio fattivo volto a ricreare habitat e dare sostegno alla fauna” ha commentato il Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi. “Ora confidiamo che dalla fase di confronto tra Commissione, Consiglio Europeo, ovvero i Governi dei diversi Stati dell’Unione, e Parlamento europeo emerga un testo migliorato ed emendato da alcune storture, che già abbiamo provveduto a segnalare ai nostri rappresentanti a Bruxelles.
Nel frattempo siamo pronti e fermi a contrastare le strumentalizzazioni che inevitabilmente i soliti noti, paladini di un ambientalismo ingessato e buono solo a vietare, hanno già iniziato a fare, spacciando quella votata in Europa come l’ennesima legge protezionista a modo loro!”.
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