"Procederemo nelle sedi opportune per far valere quelli che riteniamo i nostri Diritti". Così Arci Caccia a seguito delle nomine dei rappresentanti del mondo venatorio in seno al Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, che, come noto, si limita a tre membri delle associazioni maggiormente rappresentative in termini di iscritti (Fidc, Anlc e Enalcaccia).
Arci Caccia sottolinea di non aver delegato a nessuno la propria rappresentanza e definisce l'avvio del Comitato una "partenza azzoppata da un’impostazione che non ha nulla di tecnicamente significativo e di politicamente apprezzabile, certo, non porterà nulla di buono per il futuro del mondo della caccia". "Siamo anche curiosi di vedere se, in questa battaglia di civiltà che ci accingiamo ad affrontare, troveremo compagni di viaggio o soltanto qualche mugugno nascosto come è stato fin ora" scrive Arci Caccia.
In realtà nel decreto di nomina pare che questo problema sia stato preso in considerazione. Ed infatti si legge "alla scadenza del primo biennio di attività del Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale verrà comunque effettuata una specifica valutazione in merito all’opportunità di realizzare una rotazione dei componenti delle Associazioni Nazionali Venatorie allo scopo di ricomprendere i rappresentanti delle Associazioni non presenti in sede di prima costituzione con il presente decreto".
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