Il Comitato Cadapa, promotore della sua proposta di referendum abrogativo sulla caccia, nonostante il chiaro fallimento della raccolta firme dei mesi scorsi, e nonostante il termine di legge come stabilito dalla Cassazione sia scaduto, continua a raccogliere firme on line. Dopo aver constatato il fallimento della raccolta firme cartacea (in due mesi nei vari banchetti in giro per l’Italia sono state raccolte meno di mille firme), il comitato ha dichiarato, senza precisare come sia possibile a norma di legge, che quella on line continuerà fino a metà settembre.
La Cabina di Regia del mondo venatorio, alcuni giorni fa, si è espressa su questo espediente, definendolo “velleitario e non legittimo” e confidando nel fatto che la competente attività di controllo della Cassazione intervenga in merito. Anche se riuscisse l'obiettivo di raccogliere 500 mila firme on line (attualmente sul loro sito se ne contano solo 6 mila!), queste chiaramente non potrebbero essere accettate, perchè raccolte al di fuori dei termini previsti dalla legge.
A ciò si aggiunge l'assurda querelle dei mesi scorsi dell'altro comitato promotore (Ora Referendum contro la caccia), che nonostante i termini di legge scaduti il 15 luglio, ha inviato proprie disposizioni ai Comuni affinchè prorogassero la raccolta delle firme. Proroga inesistente e mai approvata.
Due considerazioni su questa vicenda vanno fatte. Anzitutto sul mondo animalista che appare più confuso, diviso e raffazzonato di ciò che si potesse immaginare. La seconda è sullo scarso coinvolgimento dell'opinione pubblica. Se pensiamo che la campagna questa volta è stata sostenuta anche da una grossa associazione come la Lav e da tutto il Movimento 5 Stelle, non possiamo che concludere con una certa soddisfazione che in fondo dell'abolizione della caccia in Italia non interessi pressochè nulla a nessuno.
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