In merito all'espansione della Peste Suina Africana interviene Fidc Brescia, segnalando che, essendo ormai il virus presente in 6 regioni italiane è lecito chiedersi se la strategia nazionale stia funzionando. "Non sembra portare ad una eradicazione veloce della malattia e nemmeno impedire l’espansione del virus, visto il fronte di avanzamento costante - scrive Fidc Brescia - .
In Lombardia, fa notare Fidc BS, grazie al contributo del mondo venatorio dell’Oltrepò pavese sono stati raggiunti obiettivi importanti nel tentativo di arginare il più possibile la malattia.
"Ciò è stato ottenuto attraverso la coniugazione locale delle numerose norme e i piani emanati d’urgenza, a volte in modo caotico, dagli organi di governo. Gli elementi normativi di recente emanazione sono stati i Piani Regionali di Interventi Urgenti (i PRIU), il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica e il Piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali a livello nazionale oltre alle ordinanze del Commissario alla PSA. Regole, obiettivi, modalità e mezzi diversi per ogni piano che mirano a gestire il cinghiale, più che la PSA, e che solo occasionalmente sembrano parlare il medesimo linguaggio. L’unico elemento in comune è una dichiarazione di guerra verso la specie cinghiale. Questo contesto, se non rigidamente governato a livello centrale, genererà attorno alla gestione del cinghiale un caos che gioverà esclusivamente alla diffusione della PSA".
L'ordinanza nazionale sulla PSA è ormai in scadenza a fine agosto, pertanto, Fidc Brescisa si augura che se l’obiettivo dell’eradicazione dalla PSA non è più perseguibile, con la nuova Ordinanza si garantisca uno svolgimento il più normale possibile della prossima stagione venatoria e allo stesso tempo si possa dare strumenti e risorse alla Regione per poter contrastare in modo incisivo l’avanzata della PSA.
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