Bari. I buchi della sanità impongono la ricerca di denaro ad ogni costo. Si lamentano infatti
i cacciatori pugliesi, in quanto da diversi anni la
Regione Puglia non accredita più le somme dovute alla Provincia per la gestione dell'attività venatoria.
La legge regionale
27/98 prevede che gli introiti derivanti dalle tasse di concessione regionali annuali pagate dai cacciatori pugliesi e dalle aziende faunistico venatorie a gestione privata,
vengano redistribuite alle provincie che dovranno utilizzarli al
90% per gli adempimenti che la stessa legge prevede e coprire con il restante
10% le spese di stampa dei documenti venatori (2%), oltre che a istiture un fondo di tutela per danni alle imprese agricole non altrimenti risarcibili (8%).
L'ufficio servizio caccia e l'assessore al ramo, avevano comunicato che lo scorso anno
doveva essere l'ultimo, poichè per volere della Regione anche il settore caccia doveva contribuire al risanamento della sanità; ma la situazione è rimasta invariata.