In merito al ricorso animalista contro il Calendario Venatorio lombardo interviene Fidc Brescia sostenendo che il vero problema dei ricorsi risiede nei pareri di Ispra e in chi dovrebbe vigilare sul suo operato, ovvero il Ministero dell'Ambiente da cui Ispra dipende.
"Perchè nessuno controlla il modo di lavorare degli Istituti dipendenti? Se non ci mettiamo in testa che questo è il vero problema da risolvere e pensiamo ogni volta di tirar fuori la barzelletta del giudice anticacaccia, offendiamo l’intelligenza di migliaia di cittadini cacciatori" scrive Fidc Brescia, facendo notare come non si possa pretendere "che un collegio giudicante, che deve affrontare gli argomenti più disparati nelle proprie camere di consiglio possa essere preparato al punto da smentire un parere dell’Ente statale che, sulla carta, è deputato a studiare, approfondire e a esibire pareri tecnico-scientifici sulle problematiche inerenti la fauna selvatica".
"Il 19 settembre - scrive l'associazione - avremo presumibilmente una sentenza, parziale forse, ma sicuramente i giudici prenderanno una decisione, ma la prenderanno leggendo un parere Ispra dove di tecnico e di scientifico c’è poco mentre di ideologico c’è tantissimo. Accetteremo come anno il verdetto del TAR ma non smetteremo di chiedere alla politica, quella politica che organizza convegni con proposte e non con obbiettivi, pur detenendo in pieno il potere decisionale, di esercitare il proprio ruolo decisionale, nel bene e nel male".