Perugia, il voto per l'approvazione del piano faunistico regionale è stato rimandato per mancanza del numero legale.
Il Piano "ha il merito di calcolare per la prima volta in modo preciso e puntuale la superficie agro-silvo-pastorale sulla quale e' possibile esercitare la caccia, escludendo le aree ricomprese nelle fasce adiacenti ai centri abitati, agli edifici e alle infrastrutture principali come strade statali, provinciali, comunali e ferrovie per una profondita' che varia dai 100 ai duecento metri.
Questo ha comportato che la superficie riservata alla caccia in effetti risulti diminuita". "Il piano da' particolare importanza alla prevenzione ed al controllo dei danni provocati dalla fauna selvatica, in generale dal cinghiale e fissa il criterio del monitoraggio periodico e costante del territorio, anche con l'aiuto decisivo dell'Osservatorio faunistico, una struttura nata di recente necessaria a pianificare la gestione della selvaggina".
Per Aldo Tracchegiani (La Destra), relatore di minoranza "il Piano rivela la volonta' di accogliere alcune esigenze del mondo venatorio, a cominciare dalla esatta determinazione della superficie cacciabile del territorio che ha confermato la diminuzione temuta da tempo dai cacciatori". Su questo aspetto "siamo convinti che si possa compensare lo svantaggio per il mondo venatorio riducendo la superficie dei parchi naturalistici umbri - ha aggiunto Tracchegiani -, perche' sono mal gestiti, sia dal punto di vista delle presenza di selvaggina che dall'incremento dei nocivi al loro interno".
Che i cacciatori siano scontenti - ha proseguito - lo dimostra il calo dal 1990 di circa diecimila licenze da caccia, scese da 45 a 35mila, "il mondo della caccia si batte per la reintroduzione della fauna autoctona creando un circuito virtuoso per la riproduzione naturale. Ma oggi solo uno dei tre Atc riesce a dare qualche risultato. E' invece disastrosa la gestione dell'Atc numero tre.
Sui danni prodotti dal cinghiale c'e' stato un effettivo ritardo nella risposta della Regione ad un fenomeno che denunciamo da tanti anni. Vogliamo sperare che il Governo nazionale affronti il problema di revisione complessiva della legge quadro della caccia, la 157".
(AGI)