Sulla sospensione del Tar di parti del Calendario Venatorio dell'Emilia Romagna, che di fatto posticipano al 1° ottobre l’apertura della caccia all'avifauna e alla piccola selvaggina stanziale, si registrano le diverse reazioni della politica.
Il Partito Democratico, ritiene illegittima l'ordinanza, in quanto, scrive, "si basa sul parere vincolante di Ispra", che invece vincolante non è. Per i consiglieri Dem "è fondamentale definire una volta il ruolo di Ispra, "in modo da non beffare i cacciatori che si vedono tutti gli anni non poter praticare la loro passione secondo quanto previsto dal calendario venatorio vigente”. Inoltre, la nota del Pd fa notare che, avendo fissato la trattazione a marzo, "di fatto la sospensiva del Tar significa già entrarci nel merito”. L’auspicio è quello che la Giunta regionale non si faccia intimidire e ricorra al Consiglio di Stato facendo valere le proprie ragioni” scrivono i consiglieri regionali del sottogruppo caccia del Pd Emilia-Romagna.
Interviene anche il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, che accusa il Tar di dare ascolto agli "estremisti ambientali" e chiede alla Giunta regionale di presentare un controricorso al Consiglio di Stato. “Nelle motivazioni si legge che in tal modo di otterrebbero “una pluralità d’effetti positivi sulla fauna”, non valutati dalla giunta regionale. Ci troviamo di fronte a un’ordinanza inammissibile che, ancora una volta, mette al primo posto specie animali e vegetali senza tener conto delle necessità dei cittadini e degli equilibri dei territori. Personalmente mi batterò contro questo provvedimento, sollecitando la Giunta a presentare controricorso al Consiglio di Stato” conclude Pompiginoli.
Anche Luca Bartolini, dirigente di Fratelli d'Italia Forlì-Cesena, ha commentato la decisione del Tar. "Una beffa che sa tanto di sentenza a orologeria emessa all’ultimo momento - scrive -, per creare il massimo disagio a tante persone la cui unica ‘colpa’ è di avere una passione perfettamente legale e ampliamente normata in ogni suo aspetto".
Bartolini poi lamenta che "fra aperture ritardate e chiusure anticipate i cacciatori romagnoli si ritrovano con un calendario venatorio ristretto fra i due e i tre mesi a seconda delle specie, mentre pochi metri oltre i confini regionali gli appassionati possono cacciare senza problemi. E mi fanno sorridere amaramente i sepolcri imbiancati di via Aldo Moro che adesso si stracciano le vesti e annunciano ricorsi contro la sentenza del Tar, quando è proprio la ‘dirighenzia’ di sinistra ad aver spalancato le porte a chiunque si professasse contrario alla caccia e a posizionarlo in ruoli decisionali proprio in quell’assessorato".
Di parere opposto la consigliera Giulia Gibertoni, del Gruppo Misto, che in una interpellanza chiede alla giunta di adeguare il calendario venatorio alle disposizioni del Tar, sottolineando l'importanza di seguire le indicazioni dell'Ispra.