“La zona rossa istituita nel maggio scorso per fronteggiare l’infezione da PSA è stata ridotta da 17 a 8 comuni: Sassano, Casaletto Spartano, Montesano sulla Marcellana, Casalbuono, Buonabitacolo, Sanza, Padula e Caselle in Pittari. Contestualmente partono i ristori per gli allevatori. Stiamo mettendo in campo con rigore tutte le misure necessarie e siamo vicini agli allevatori e ai territori assicurando certezza e rapidità dei risarcimenti, non solo per le aziende suinicole commerciali, ma anche per quelle ad uso familiare. Parte anche il Piano straordinario per la PSA e per il depopolamento del cinghiale messo a punto dal Commissario straordinario per la PSA, Vincenzo Caputo”. Lo ha reso noto Nicola Caputo Assessore all’Agricoltura della Regione Campania.
Riguardo al varo del Piano straordinario del Commissario nazionale, “Siamo già all'opera insieme alla sanità veterinaria regionale, all’Istituto Zooprofilattico e al CRIUV, per definire quanto più possibile in maniera rapida ed incisiva tutti gli interventi tesi al depopolamento del cinghiale sul territorio”.
“Siamo riusciti ad ottenere la riduzione della zona infetta, non era scontrato, poiché in altre regioni la definizione dell’area infetta è stata oggetto di lunghi mesi di osservazione. La Campania ha dato dimostrazione di saper affrontare l’emergenza: attraverso la costituzione di una fitta rete di rilevatori, i cacciatori primi fra tutti, ed una intensa rete di monitoraggio, delle carcasse, si è potuto giungere sostanzialmente alla riduzione dei comuni in zona II. Infine un'ulteriore ed importante iniziativa a supporto del settore suinicolo e volta al rafforzamento delle misure di biosicurezza degli allevamenti riguarda l'imminente emanazione di un Nuovo Bando PSR. Per il perfezionamento dello stesso si è in attesa dell'assenso da parte della Commissione europea ad alcune modifiche che si sono rese indispensabili, come l'estensione a tutte le aree della regione, anche a quelle inizialmente non ammesse perché indenni da danni da cinghiali, nonché la previsione di un diverso tipo di rete”.
“Ciò consente sostanzialmente di avere la maggior parte delle limitazioni in pochi comuni, mentre, nella fascia di comuni, definiti zona I, una 36, Piaggine, Morigerati, Monte San Giacomo, Tortorella, Teggiano Sala Consilina, Rofrano, Valle dell'Angelo, Torre Orsaia, San Giovanni a Piro, Vibonati, San Rufo, Roccagloriosa, Laurito, Roscigno, Futani, Sapri, Polla, Ispani, Montano Antilia, Novi Velia, Laurino, Cannalonga, Celle Di Bulgheria, Cuccaro Vetere, Corleto Monforte, Campora, San Pietro al Tanagro, Sacco, Torraca, Sant'Angelo a Fasanella, Santa Marina, Sant'Arsenio, Atena Lucana, Bellosguardo, Alfano, saranno definite procedure di tutela e di biosicurezza particolare, ma sostanzialmente non vi è un’inibizione completa delle attività Agro Silvo forestali. Per quanto attiene il comparto venatorio nella zona II (zona rossa) resta fermo il divieto di caccia, con possibilità di intervento, per effettuare l’attività di depopolamento del cinghiale, solo tramite il selecontrollo”.
“Nella zona I invece è possibile l’attività venatoria, ed in queste ore stiamo discutendo con l’ufficio di Salerno per organizzare il prelievo del cinghiale nell’ ATC Salerno II, col solo obiettivo di uniformare – conclude l’Assessore regionale Nicola Caputo - le locali esperienze venatorie alle vigenti norme sanitarie di contrasto alla PSA, per avere, in queste aree, un migliore e maggiore prelievo venatorio del cinghiale”.
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