"Caccia libera negli stagni. Carta bianca alle Regioni su calendari e specie da abbattere". Così titola La Repubblica in un articolo in cui si intende informare sul "blitz pro doppiette del governo", ovvero gli emendamenti passati con il Decreto Asset.
E non è la sola, purtroppo, grande e importante testata nazionale che prende lucciole per lanterne, come al solito, sul tema della caccia. Lo stesso identico titolo si trova sul Corriere.it. Ovvero "Caccia libera negli stagni: l'articolo del dl Asset del Governo". Sappiamo bene che è vero esattamente il contrario. Che la caccia negli stagni non è affatto libera, ma che da quest'anno è subordinata ad un regolamento Ue che dispone proprio il divieto di usare le munizioni di piombo nelle Zone Umide, divieto che per altro era già applicato in Italia nelle aree di importanza per la sosta e la riproduzione degli uccelli.
Il Decreto Asset, come ben sappiamo, altro non ha fatto che definire con più contezza queste stesse aree (Ramsar, Sic e Zps), escludendo dall'applicazione le zone che non hanno questa rilevanza e il cui divieto dunque non incrementerebbe affatto la tutela della biodiversità. Scrivere "caccia libera negli stagni", dunque, è l'ennesima estrema semplificazione che va tutta a vantaggio delle posizioni anticaccia, passate, ancora una volta, come unica campana da ascoltare.
Ed infatti su entrambi i quotidiani viene dato spazio al comunicato degli animalisti e ambientalisti, al loro appello al Presidente della Repubblica, e alle dichiarazioni al veleno del leader dei Verdi Angelo Bonelli. Anche sul Fatto Quotidiano si leggono solo i soliti toni allarmistici delle associazioni protezioniste che accusano il governo di aver fatto un favore ad armieri e cacciatori, “depenalizzando l’uso del piombo delle munizioni nelle Zone umide”.
"In realtà - interviene in una nota il Presidente Anlc Paolo Sparvoli - , la cosiddetta depenalizzazione ha semplicemente impedito che alcune migliaia di cacciatori subissero delle conseguenze sproporzionate (penali) per un reato che in tutta Europa viene giustamente punito con una semplice sanzione amministrativa".
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