Si chiama
Erica Recchia, è milanese e cacciatrice da quando aveva 17 anni. Ora ne ha venti di più e alla passione per l'Ars Venandi che non l'ha mai abbandonata, si sono aggiunti i bellissimi successi della vita che la rendono una donna realizzata:
la laurea, la professione giornalistica, il matrimonio e una stupenda bimba di quasi un anno, “è già venuta a caccia con me” ci confessa Erica orgogliosa.
Ma partiamo dalle origini, in Erica
caccia e cinofilia sono strettamente legate “Vado a caccia da quando ho 17 anni – racconta -, da quando cioè ho preso in Inghilterra il mio primo
golden retriever. Nella mia famiglia nessuno è mai andato a caccia ed io ho sempre avuto la passione dei cani, trasmessami da mio padre”. “A Firenze, anzi a
Galliano di Mugello, presso la
tenuta di Bisagno organizzammo le prime prove di lavoro, ne è passata di acqua sotto i ponti da quei giorni e ne son passati anche di cani... ma non ho mai cambiato razza”, anche se c'è un'eccezione: “Due anni fa ho aggiunto alla mia famiglia di quadrupedi anche un
bassotto, che è un vero portento a caccia e vorrei brevettare per i recuperi.”
Per Erica
la caccia è il modo migliore di vivere la natura. “A caccia sei a contatto con la natura e riscopri
l'importanza degli impulsi e degli istinti. Vivi emozioni che riempiono e scopri dei paesaggi incantevoli. Immediatezza, bellezza e semplicità. Due elementi che la società ha scacciato e che ritrovando riequilibrano”.
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Vorrei i cacciatori più ottimisti – dice -. Non si può lasciare che il ritratto della caccia lo facciano gli anticaccia.
Deve essere l'immagine che diamo noi della nostra passione quella recepita da tutti i cittadini”. E poi ancora “vorrei vedere più impegno, più coinvolgomento nella salvaguardia dell'ambiente, nella protezione della fauna”.