Arci caccia chiede un chiarimento in merito all'emendamento che ha apportato la modifica dell’art. 11 bis della legge 157/92 con la quale è stato inserito, oltre al parere dell’ISPRA sui Calendari, anche quello del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale. Premettendo che continua la sua battaglia per la rappresentatività nel CTFVN (su cui si attende il pronunciamento del Tar), l'associazione rileva alcuni punti che "necessitano di urgente chiarimento per non peggiorare la situazione attuale, già estremamente problematica":
"Per come appare scritta la norma - si legge nel comunicato - , i due pareri hanno la stessa natura “obbligatorio e non vincolante” in caso di conflitto tra i due, quale prevarrà? Ci sarà altro lavoro per i tribunali ? Speriamo di no, c’è già sufficiente incertezza così.
Si da per scontato che tutte le Regioni emanino i calendari entro e non oltre il 15 giugno, nella realtà sappiamo che non tutte, anzi forse solo una minoranza, rispetta tale termine. Come potranno essere garantiti i tempi utili per l’inizio della stagione venatoria, dovendo attendere e valutare un ulteriore parere?
I rappresentanti delle Regioni in seno al Comitato che comportamento dovranno tenere, esprimendosi su atti emanati dagli Enti che li hanno nominati, per non rendere attaccabile il parere?
Oltre a queste questioni puramente tecniche, che andranno chiarite prima della prossima primavera, ci preme sottolineare anche una questione politica. Come mai il Parlamento, e la maggioranza in particolare, hanno voluto rafforzare enormemente il ruolo di ISPRA rispetto ai calendari venatori? Infatti, l’Istituto, oltre che con il consueto parere autonomo, si esprimerà anche in seno al comitato tecnico faunistico. Quali saranno i risultati?
Dobbiamo dare atto che, negli incontri con vari esponenti del Governo, avevamo registrato e discusso intenzioni esattamente opposte. Cosa è cambiato?".
Arci Caccia si augura che questi quesiti trovino un risposta prima dell’ inizio della discussione su prossimi calendari venatori. "Non vorremmo trovarci in un ginepraio burocratico che le Regioni faranno fatica a districare" chiude.
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