I consiglieri regionali della Lega Valerio Mancini (responsabile dipartimento Caccia per l’Umbria), Manuela Puletti e Marco Castellari, esprimono “preoccupazione per le modalità con cui si stanno definendo gli assetti di due dei tre Ambiti territoriali di caccia umbri”.
“Nell’Atc1, seguendo il metodo da noi indicato, si è giunti alla rapida elezione del presidente e alla scelta concordata dell’Ufficio di presidenza e degli altri incarichi, premiando competenza e merito nell’interesse di tutto il territorio. Nell’Atc2 invece non sono state ascoltate le istanze del mondo della caccia e sono state escluse le associazioni venatorie più rappresentative, tanto che ad oggi nessuna commissione è stata istituita e non sono stati nominati i revisori dei conti, tranne quello della regione. Nell’Atc3 addirittura il Comitato non è stato in grado di scegliere un presidente al suo interno, rimettendo tutto in capo alla presidente Tesei. Evidentemente i membri nominati dalla politica hanno disatteso il mandato di nomina”. Lo dichiarano i consiglieri regionali Valerio Mancini, Manuela Puletti e Marco Castellari (Lega).
I tre esponenti della Lega ricordano l’importanza del ruolo svolto dagli Atc: “In un momento in cui gli agricoltori sono alle prese con il calo delle produzioni dovute alle avversità climatiche e con gli aumenti dei costi di produzione, è importante un’efficace azione per proteggere i raccolti dalle specie invasive. E questo può avvenire solo riconoscendo il fondamentale ruolo svolto dai cacciatori all’interno di quelli che, non a caso, si chiamano Ambiti territoriali di caccia, e per le politiche di tutela del territorio gestiscono centinaia di migliaia di euro che sono in gran parte soldi degli stessi cacciatori”.
Mancini, Puletti e Castellari indicano le “responsabilità che hanno portato a questa situazione, ritenuta insoddisfacente per l’Atc2 e ancora di stallo per l’Atc3: purtroppo laddove non si sono ascoltate le nostre proposte e si è scelto di seguire un altro metodo, non tenendo nella giusta considerazione le istanze del mondo venatorio, il risultato è quello di penalizzare tutto il territorio, compresi gli agricoltori. E tutto questo per colpa di quei soggetti che, aprioristicamente, cercano di osteggiare i cacciatori, non riconoscendo il loro ruolo fondamentale”.