Le Associazioni Venatorie del Veneto riunite nella “Cabina di Regia Veneto”, a seguito della segnalazione di numerosi verbali elevati da agenti di alcuni Organi di vigilanza e riferiti soprattutto alle modalità di svolgimento della caccia da appostamento alla selvaggina migratoria, esprimono viva preoccupazione e allarme per interpretazioni, che parrebbero opinabili, di norme vigenti con possibili conseguenze anche di natura penale, che creano tra i cacciatori una diffusa percezione di essere oggetto di atteggiamenti prevenuti e intimidatori. Ciò crea inevitabilmente disaffezione nei confronti delle Istituzioni e dello stato di diritto.
A tale proposito, le Associazioni Anlc, Anuu, Arcicaccia, Enalcaccia, Eps, Fidc, Cacciatori Italiani, Cpa si stanno adoperando con le Istituzioni preposte, nazionali e regionali, per raggiungere soluzioni definitive per aggiornare e adeguare la normativa che riguarda gli anelli utilizzati sui richiami vivi per fugare ogni dubbio interpretativo come fatto da altre amministrazioni; chiarire le modalità per la segnatura sul tesserino venatorio dei capi abbattuti; uniformare l’interpretazione delle diverse Polizie provinciali circa l’utilizzo degli anatidi come richiami vivi. Attualmente, scrivono le associazioni, la sola Polizia provinciale di Venezia ne vieta l’utilizzo; riapertura, con gli opportuni accorgimenti, degli impianti di cattura.
Le associazioni chiedono inoltre che i controlli si svolgano nel rispetto delle regole e senza calpestare la libertà e la dignità delle persone.