Pur sottolineando che nessun cacciatore intende sottrarsi ai controlli, Cpa Lombardia esprime preoccupazione riguardo ai recenti controlli serrati sull'attività venatoria in Lombardia e Veneto, soprattutto per la verifica degli anellini identificativi dei richiami vivi, che ha portato a numerosi verbali con conseguenze penali.
Cpa si chiede come affrontare la situazione e informa di aver coinvolto i propri legali per assistere e tutelare i membri in caso di necessità. "
Le notizie riportate da alcuni media - scrive Cpa Lombardia in una nota - , oltre a dare rilievo a questi controlli hanno alimentato la cosiddetta macchina del fango associando la figura del cacciatore a quella del bracconiere".
La soluzione ideale, secondo l'associazione, dovrebbe passare dalla politica, per poter dare modo alle Associazioni venatorie di rappresentare ai ministri competenti le proprie istanze al fine di contestualizzare il tema dei controlli per evitare qualsiasi eventuale forma di abuso. "Siamo arrivati al punto che la maggioranza dei praticanti la forma di caccia da appostamento per timore non si reca più ad esercitare la propria passione".
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