Probabilmente anche in risposta alle numerose polemiche degli scorsi giorni da parte degli animalisti, la Regione Trentino Alto Adige in una nota fa il punto sul Piano di gestione del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio approvato nel novembre del 2022 dalla Giunta provinciale. L'obbiettivo, viene ricordato, è quello di mitigare e ridurre gli squilibri ecologici provocati dalla sovrabbondanza di questa specie, in particolare i problemi causati agli altri ungulati, come il camoscio e il capriolo, ma anche al patrimonio forestale e prativo.
Per il 2023 il Piano prevede il prelievo di 180 esemplari. Gli abbattimenti sono partiti il 7 novembre e ad oggi nel territorio del Parco sono stati abbattuti 127 capi: nel comune di Rabbi il prelievo è stato di 60 capi, dei 72 previsti. A Peio invece, anche in ragione delle diverse caratteristiche morfologiche delle aree, si è a poco più di metà con 67 capi prelevati sui 108 previsti. Una delibera della Giunta provinciale, che ha approvato ieri alcune specificazioni al Regolamento, prevede che nell'area a ridosso del centro abitato di Peio ad intervenire siano ora gli agenti del Corpo forestale trentino.
Tra i partner in questa iniziativa c'è anche l'Associazione cacciatori trentini, con i cacciatori iscritti alle sezioni della Val di Sole che hanno preso parte al percorso di formazione messo a punto dall’Accademia ambiente foreste e fauna della Fondazione Edmund Mach per l’ottenimento della qualifica di “coadiuvante alle attività di controllo del cervo”.
Per il 2023 il Piano si concluderà entro il 23 dicembre. Sulla base delle proiezioni effettuate, proseguirà anche in futuro per complessivi 5 anni, fino al raggiungimento del risultato previsto, il contenimento della popolazione di cervi e i connessi impatti sull'ecosistema.