Il governo svedese ha annunciato una significativa riduzione della zona infetta dalla Peste Suina Africana (ASF), grazie all'ampia collaborazione e agli sforzi di ricerca delle carcasse, in cui i cacciatori svolgono un ruolo fondamentale. La zona residua verrà divisa in un'area centrale e una periferica, con alcune restrizioni sollevate nella zona esterna per facilitare attività che non comportano rischio di diffusione del virus.
I cacciatori svedesi, coordinati a livello locale, regionale e nazionale, sono attivamente impegnati nella ricerca delle carcasse degli animali infetti. L'Associazione Svedese per la Caccia e la Gestione della Fauna Selvatica ha lavorato incessantemente sin dall'identificazione dell'epidemia, coinvolgendosi attivamente nella pianificazione del lavoro di gestione della crisi insieme alle autorità. La conoscenza dei cacciatori sui cinghiali selvatici è stata di fondamentale importanza per individuare rapidamente le carcasse. Sul campo, i cacciatori hanno accesso ai luoghi più difficili della zona designata, spesso frequentati dai cinghiali.
L'annuncio di questa settimana significa che la Svezia è sulla buona strada per essere dichiarata libera dall'ASF in tempi record grazie a questa collaborazione tra cacciatori e autorità. Se i progressi continuano a questo ritmo, la Svezia potrebbe essere dichiarata libera dall'ASF in soli dodici mesi, potenzialmente entro la fine di settembre 2024. Il metodo impiegato in Svezia potrebbe essere un modello da seguire per altri Paesi europei, specialmente se la malattia si manifesta in zone isolate.
Considerando l'importanza di questo caso, il Presidente di FACE, Torbjörn Larsson, ha visitato l'area colpita dall'ASF a Fagersta, in Svezia. Parlando con i media sul posto, ha dichiarato:
"I cacciatori hanno svolto un ruolo fondamentale nel risolvere questo grave problema. Le malattie degli animali sono in aumento in Europa e rappresentano una minaccia importante per la biosicurezza, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. I cacciatori sono gli occhi e le orecchie delle foreste, e questo caso lo dimostra perfettamente".
Durante la ricerca di tre mesi, sono stati scoperti un totale di 62 cinghiali infetti all'interno di un raggio di cinque chilometri. Karl Ståhl, epidemiologo capo di stato, ha sottolineato che il picco della diffusione del virus è stato a fine agosto e inizio settembre, e non sono stati segnalati nuovi casi dalla fine di settembre. (FACE)
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