Il problema dei danni causati all'agricoltura dallo storno finora è stato affrontato con azioni di controllo e deroghe al calendario venatorio, spesso fermate dai ricorsi animalisti. Anlc Emilia Romagna, riporta a galla il problema sostenendo che quanto si fa per limitare la presenza di questa specie non è sufficiente.
A dimostrarlo è la richiesta alla Regione da parte di Coldiretti di istituire un fondo straordinario di un milione di euro per indennizzare gli agricoltori danneggiati. La situazione è senza dubbio sfavorevole per loro, basta considerare che l'anno scorso è stato indennizzato solo il 50 per cento dei danni.
“I diversi governi -di sinistra o di destra che siano- che si sono succeduti a governare il nostro Paese – sostiene Giacomo Gondoni di Libera Caccia Emilia Romagna -, avevano studiato scientificamente il fenomeno ed avevano promesso, agli agricoltori e ai cacciatori, di dare inizio all’iter burocratico che permettesse finalmente di reinserire la specie storno (Sturnus Vulgaris) nel calendario venatorio regionale”. “Ci sorge il dubbio che i nostri governanti temano di fare un “regalo” ai cacciatori” scrive ancora Gondoni.
Anlc quindi ribadisce la necessità che la gestione del territorio avvenga libera da preconcetti nei confronti della caccia. “Nel caso specifico – si legge nella nota -, chi fra i “contrari” crede di dare un danno ai cacciatori ricorrendo al TAR sull’applicazione delle deroghe, o si ostina a fare ostruzionismo sull’inserimento dello storno nel calendario venatorio regionale, non ha fatto bene i conti, dal momento che il danno non lo arreca ai cacciatori, bensì alla collettività della quale anch’essi fanno parte ed in particolare agli stessi operatori agricoli”.
Continuare su questa strada secondo Anlc sarebbe “mera miopia politica che ci porterebbe paradossalmente ad un vero e proprio disastro ambientale”.