Il consiglio regionale umbro ha approvato il nuovo piano faunistico venatorio, un provvedimento che secondo gli intenti della Regione permetterà la programmazione faunistica migliorando la qualità e la riproduzione della selvaggina sul territorio.
Il testo si basa su accertamenti scientifici più precisi rispetto al passato nel determinare la superficie adibita alla caccia: 613 mila ettari in tutto contro i 198 mila ettari di territorio protetto.
Tra gli obiettivi fissati dal piano c'è quello di definire un ruolo effettivo delle provincie (Terni e Perugia) nella pianificazione degli ambiti territoriali protetti, una piu’ puntuale classificazione degli allevamenti da utilizzare a scopo di ripopolamento, prevedendo requisiti minimi e parametri che garantiscano la qualita’, anche certificata, della selvaggina immessa nei territori a fini riproduttivi; la gestione responsabile della specie cinghiale che arreca i danni maggiori alle produzioni agricole e che richiede l’approntamento di interventi selettivi per il controllo della specie sulla base di una conoscenza aggiornata della presenza degli stessi animali nei vari territori; la tutela e la gestione della fauna selvatica, sia di interesse venatorio che naturalistico con relativi elenchi delle specie prese in considerazione e che non esclude il ripristino di particolari tipi di vegetazioni, ad esempio le vecchie siepi di confine che garantivano riparo e habitat riproduttivo.
Il piano fissa anche principi e criteri per la costituzione e gestione degli ambiti territoriali, per l’allevamento della selvaggina destinata a scopi di ripopolamento e alimentari, per il miglioramento ambientale indicando le specie arboree tradizionali da reimpiantare, per prevenire e controllare i danni provocati dalla fauna selvatica all’agricoltura.
(Terni in rete)