In un comunicato congiunto, i Presidenti provinciali di Ravenna di Anlc, Fidc ed Enalcaccia esprimono la loro profonda delusione riguardo alla decisione della Regione Emilia Romagna di non difendere il calendario venatorio 2023 - 2024.
Il comunicato critica la mancanza di azione da parte della Regione nel proteggere le decisioni iniziali sul calendario venatorio e la mancanza di un impegno politico coraggioso nel salvare ciò che era ancora possibile.
"Ci avevano fatto credere che avrebbero tenuto la barra dritta nel difendere le proprie scelte iniziali sul calendario venatorio. Hanno sollecitato il TAR, dietro le insistenze dl mondo venatorio, perché tenesse l’udienza in tempo utile a ripristinare il calendario iniziale. Un TAR che non rispetta neppure la sentenza del Consiglio di Stato nella quale si richiedeva che fosse fissata l’udienza per discutere nel merito entro la fine di dicembre il ricorso presentato" scrivono.
"Con un comportamento assolutamente inaccettabile - proseguono i Presidenti - nulla è stato fatto in più di due mesi per tentare di formulare un atto con un minimo di coraggio politico per salvare il salvabile. Non c’è stato nessun impegno per dare mandato all’apparato tecnico di elaborare un provvedimento che, valorizzando i dati raccolti con il monitoraggio della beccaccia, salvaguardasse almeno questo prelievo nel mese di gennaio, così come non sono stati utilizzati i dati scientifici su altre specie forniti dalle associazioni venatorie".
Infine sostengono come sia "avvilente assistere al vergognoso atteggiamento della politica regionale che non riesce neppure a difendere ciò che a suo tempo ha deciso e al contempo ritiene di utilizzare i cacciatori come spazzini nei piani di controllo delle specie invasive o comunque dannose per l’agricoltura e il territorio. I cacciatori non si accontenteranno della “promessa” di una vergognosa elemosina con la riduzione della tassa regionale, quello che chiedono è la certezza delle regole per l’intera stagione venatoria".