“Il lupo tra fantasie e realtà”, questo il tema affrontato martedì 9 gennaio alla Camera dei Deputati, su iniziativa dell’on. Francesco Bruzzone, componente della XIII Commissione (Agricoltura) della Camera e responsabile del Dipartimento della Lega per la gestione della fauna selvatica. A partire dal Report del Coordinamento Cacciatrici Fidc sull’impatto del predatore nei confronti dei cani da caccia, domestici e da guardiania, si è parlato della complicata situazione del lupo in Italia, in crescita costante, così come le sue scorribande e i danni anche ormai in contesti urbani, come cortili e strade di paesi o città innalzando anche l’allarme sociale e la preoccupazione dei cittadini.
L’iniziativa del Coordinamento Cacciatrici Federcaccia con il supporto di Federcaccia Nazionale in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione ha permesso di raccogliere e catalogare episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo. Al 31 agosto si contavano circa 400 predazioni, tutte attentamente verificate, solo una parte di quelle avvenute e per i più svariati motivi non denunciate o non attribuibili con certezza e quindi scartate. Da allora il lavoro del Coordinamento non si è fermato e il gruppo di lavoro continua a raccogliere e registrare predazioni che si verificano con sempre maggiore frequenza. Un fenomeno - scrive Fidc - che non è possibile ignorare per una richiesta di sicurezza da parte della società, ma anche e soprattutto perché la sua gestione rappresenta un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il lupo.
“È necessario che le Istituzioni e la politica adempiano al loro ruolo e prendano atto di quanto sta accadendo” ha dichiarato il Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi. “Lo sta facendo l’Europa, dove la Presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato che ‘Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale’ e la Commissione Europea propone di rendere il lupo ‘protetto’ anziché ‘rigorosamente protetto’. Lo stanno facendo molti Stati europei e la vicina Svizzera. E ci fa piacere che rispondendo al nostro stimolo in questo senso lo faccia oggi la politica italiana”.
“Il lupo, lo ripeto ancora per evitare ogni strumentalizzazione che ogni volta in cui si affronta il tema della sua gestione, come di quella di altri carnivori o di qualsivoglia specie, viene subito prontamente messa in atto, non è una specie cacciabile e in tutta sincerità non interessa ai cacciatori che lo diventi. Lo Stato ha uomini e risorse professionali adeguate ad affrontare se lo vorrà la questione. Ma come cittadini che vivono la ruralità e sostengono le attività a questa legate, siamo interessati a che la gestione del lupo e dei conflitti che la sua presenza genera, vengano affrontati dalle Istituzioni” ha concluso Buconi.
“Come sottolineato dal Presidente – ha aggiunto Isabella Villa, responsabile del Coordinamento Cacciatrici – il nostro Report si propone di fornire una fotografia dettagliata di quanto sta accadendo, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Non sono isolati i casi di cani predati mentre si trovavano a passeggio, a guinzaglio, con i proprietari. Una fotografia comunque incompleta perché ancora troppe persone preferiscono non denunciare, anche se in questo senso stiamo notando un certo cambiamento di mentalità. Si sta evidenziando uno stato di allarme sempre più diffuso, dove sindaci invitano la gente a non uscire la notte per evitare incontri indesiderati. Un chiaro limite alla libertà dei cittadini oltre alla prova che il rischio c’è e se ne è consapevoli. Basti pensare che dal 31 agosto, data della chiusura del report in tipografia, ad oggi sono state registrate oltre 150 predazioni a danno di cani, dato comunque sottostimato nonostante una maggiore sensibilità a denunciare. Ringrazio dunque l’on. Bruzzone per la sua sensibilità sul tema”.
La dottoressa Giorgia Romeo, esperta di eco-etologia della fauna selvatica con esperienza pluriennale di numerosi progetti relativi al lupo, ha illustrato il quadro complessivo del “fenomeno lupo” in Italia, basato sui più recenti dati a disposizione della comunità scientifica nazionale. “Le conoscenze attuali – ha dichiarato la studiosa – ci consentono di comporre un quadro abbastanza preciso di presenza e distribuzione del lupo in Italia. Le azioni di conservazione intraprese negli anni hanno favorito la naturale e graduale espansione della specie. Un fenomeno che oggi arriva ad interessare anche aree periurbane con possibili interazioni che necessitano un’accura e valutata gestione”.
“Sono lieto – ha dichiarato l’onorevole Bruzzone – di aver organizzato questa presentazione, che ritengo di grande importanza per sensibilizzare i colleghi parlamentari e le Istituzioni in generale su questo tema. C'è una forte aumento della presenza del lupo nel Paese. La politica deve dare una risposta. So che non è facile, ma credo sia doveroso. Anche perché, ricordiamocelo, la fauna selvatica è proprietà dello Stato, questi animali sono di proprietà dello Stato, e quindi lo Stato non può tirarsi indietro, non può girarsi dall'altra parte e fare finta di niente. L'appello che faccio alla politica e alla scienza è quello di fare in modo che la risposta dello Stato ci sia. Sia chiaro: nessuna caccia al lupo, ma una sensibilità verso gli animali domestici e di affezione che meritano una maggiore tutela”.
Al termine degli interventi ha preso la parola il Sottosegretario per le politiche agricole alimentari e forestali senatore Patrizio La Pietra: “In Italia per troppo tempo è mancata una vera gestione della fauna. E senza gestione non ci può essere sostenibilità. Oggi si parla di lupo, ma la gestione è mancata con i cinghiali, con i corvidi, con le nutrie, con i cormorani… portando a una esplosione di situazioni fuori equilibrio. Fortunatamente la politica sta prendendo coscienza di questo, anche se ci troviamo di fronte a resistenze animaliste fortissime.
Per quanto riguarda il lupo stiamo lavorando su un nuovo ‘piano lupo’. Probabilmente non sarà risolutore al 100 per 100 ma rispetto al vecchio piano fa passi avanti importanti. Ci sono da rivedere parametri e linee di azione.
Dobbiamo metterci a un tavolo, eliminare le pregiudiziali ideologiche che non servono e attivare una gestione faunistica essenziale per il benessere di tutto il patrimonio faunistico del Paese”.
Anche Piero Genovesi di Ispra ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto dal Coordinamento: “Seguiamo questo tema con attenzione e ringraziamo la Federcaccia e il Coordinamento che hanno raccolto dati per noi preziosi. L’Italia è il Paese con più lupi d'Europa, e questo aumenta i conflitti e le possibili interazioni con l’uomo e gli animali domestici. La predazione non scatena solo un aspetto economico ma anche un aspetto emotivo che non può essere ignorato. Siamo in una fase dinamica e l’aumento di conflitti deve aprire a forme di gestione”.
Presenti in sala fra gli altri i senatori Simone Bossi e Paolo Ripamonti; il Presidente di Fondazione Una Maurizio Zipponi; Niccolò Sacchetti di Coldiretti e Luca Brondelli di Confagricoltura; la dottoressa Paola Aragno di Ispra oltre rappresentanti della stampa specializzata e generalista, cui si sono aggiunti numerosi spettatori che hanno potuto seguire on line i lavori.