Non sono riusciti a raggruppare 10 persone i Verdi al Sit in organizzato davanti al Senato lo scorso 21 luglio per protestare contro il ddl Orsi. La verità è sotto gli occhi di tutti proprio grazie ad un video pubblicato dagli stessi organizzatori su Youtube: questi pseudo ambientalisti non rappresentano nessuno. A testimoniare che i Verdi sono lontani anni luce da una visione ambientalista moderna e staccata dall'ideologia più anacronistica, a Roma sono stati totalmente ignorati dalla gente, così come successo alle ultime elezioni, che hanno decretato l'esclusione totale del raggruppamento politico Sinistra e Libertà dal parlamento Europeo.
Nel video il motto “Orsi da salvare orsi da cacciare la legge sulla caccia non deve passare”, è urlato da 9 individui (giusto quelli necessari a reggere il manifesto su cui è rappresentato il geniale raffronto tra un orso e l'Orsi della riforma), si tratta degli organizzatori e di una signora in là con gli anni, forse raccattata per strada perchè vestita di verde.
Segue poi nel filmato una carrellata di opinioni sulla gravità del disegno Orsi. Per Loredana De Petris “occorre fare in modo che questo testo non arrivi mai in aula”. Donatella Poretti, senatrice dei Radicali - Pd si augura che “battute di caccia non ce ne siano più in generale” e spiega che per fermare la legge sono stati presentati emendamenti in numero copioso. Quelli del Pd sono circa 800 – 900 (di cui 328 dei Radicali), “ne riparleremo a settembre” dice la Poretti. Poi continua “Questa legge è davvero il peggio che poteva venire in mente. Dare un fucile ad un ragazzo di 16 anni è un incattivimento di cui davvero non c'era bisogno”.
Bruno Mellano, presidente di Radicali italiani “il testo presentato è fuori da ogni limite e lontano da ogni ragionevole cacciatore”, secondo Mellano, l'approvazione della legge “può essere il segno che tutto è lecito, che basti un voto di fiducia per portare a casa la peggiore delle riforme voluta da una minima lobby che sostenga questo o quel partito”.
In ultima analisi non ci siamo fatti sfuggire l'inquadratura di un ragazzino che regge un cartellone con la scritta “porto d'armi? No grazie!”. Da chi si indigna per l'uso dell'immagine di un bambino per uno spot, ci si dovrebbe aspettare che non faccia altrettanto, strumentalizzando un minore contro il provvedimento di caccia a 16 anni contenuto nalla proposta di legge.