“Sin dall'inizio avevo capito che la Peste Suina stava entrando in Italia in maniera un po' anomala. Abbiamo ragionevoli sospetti, con evidenze scientifiche, che vengono introdotti sul territorio italiano prodotti asiatici che sono positivi alla Peste Suina Africana”. E' quanto annunciato dal Commissario straordinario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, in durante l'audizione svolta in Commissione Agricoltura lo scorso 16 gennaio.
Il riferimento è dunque agli esiti della recente indagine partita dall'Asl di Napoli a seguito del sequestro di circa 20 tonnellate di snack cinesi. Importati illegalmente falsamente etichettati come vegani, sono risultati invece positivi alla PSA, in quanto contenenti anche carne di maiale non dichiarata.
“C’è una indagine in corso – ha confermato Caputo Stiamo puntando su mercati e negozi etnici dove potrebbero trovarsi questi prodotti che non entrano nel circuito legale. Un abbandono di una di queste barrette nell’ambiente potrebbe portare a un contagio ad esempio tra i cinghiali. Non ci sono assolutamente rischi per l’uomo – ha ribadito il Commissario straordinario – ma scarti e rifiuti o l’abbandono incontrollato di questi prodotti, vista la grande presenza di cinghiali sul territorio, rappresentano un fattore di rischio, perché basta un minimo contatto con questi residui alimentari perché il cinghiale, di cui c’è grande abbondanza, si infetti”.
“Questo – ha aggiunto – spiega perchè la Psa la troviamo in Piemonte, poi a Reggio Calabria e poi a Roma. Sulla questione noi andremo avanti e abbiamo già attivato le autorità competenti: è partito il rilevamento sui prodotti falsamente etichettati e proseguiremo”.
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