Nella posta al Direttore del quotidiano Il Giornale, Vittorio Feltri risponde ad una sollecitazione di un lettore animalista, indignato per la presentazione della proposta Bruzzone, che a suo dire, permetterebbe una "liberalizzazione della caccia", praticabile "tutto l'anno, 7 giorni su 7" e per il sostegno che la destra dà ai cacciatori.
Secondo Feltri non è proprio così. Anzi, "la destra è animalista", scrive, riferendosi a Forza Italia, primo partito ad esserlo, che grazie all'impegno dell'amica Michela Vittoria Brambilla, ha portato all’interno delle istituzioni "tematiche riguardanti la tutela dei diritti delle bestie". Di contro Feltri dice di non ricordare "nulla di tangibile che la sinistra abbia compiuto a favore dei quattrozampe".
"È ovvio - spiega - che all’interno dei partiti possano essere presenti componenti molto eterogenee tra loro e che alcune di queste possano difendere la caccia, che, a mio avviso - scrive - , è una attività anacronistica e totalmente inutile, dal momento che oggi le persone, per potersi sfamare, non hanno bisogno di armarsi e andare nel bosco in cerca di selvaggina da mettere sotto i denti dopo averla arrostita sul fuoco davanti alla caverna, alla capanna o alla palafitta. Evidentemente l’essere umano conserva questo istinto, forse si tratta di una sorta di retaggio ancestrale che in taluni emerge con prepotenza. Non saprei. Ciò che so con sicurezza è che i cacciatori costituiscono una categoria anche discretamente ampia di cittadini e, come ogni categoria, hanno diritto ad essere rappresentati".
Conoscendo sue altre esternazioni piuttosto colorite (a luglio scorso si era augurato una "fucilazione in massa dei cacciatori"), non possiamo che accogliere con favore questa nuova posizione del Direttore, che democraticamente accetta l'esistenza di una categoria di cittadini ed il loro diritto ad una rappresentanza in Parlamento.
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