Si è tenuta in sede di Commissione Agricoltura della Camera, l'audizione informale di rappresentanti di WWF, LIPU, Enpa, Legambiente, Oipa, Lndc e degli agricoltori di Agrinsieme e Coldiretti, sulla proposta di legge Bruzzone (C. 1548 modiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157). Come c'era da aspettarsi, vedendo nelle modifiche diversi punti che agevolano i cacciatori, i rappresentanti delle associzioni animaliste e ambientaliste hanno paventato gravissime conseguenze, chiedendone il ritiro in toto.
A queste posizioni ha risposto l'On. Bruzzone, facendo notare che nel 1992, anno in cui la 157 fu approvata, si contavano oltre un milione e 800 mila di cacciatori contro i 500 mila di oggi, dunque un notevole ribasso della pressione venatoria. Sulla certezza del diritto (secondo le associazioni in pericolo con i calendari venatori approvati per legge, data l'impossibilità per esse di ricorrere ai Tar), Bruzzone ha sottolineato che è proprio l'atto amministrativo a non dare alcuna certezza perchè in questo modo i dispositivi regionali vengono constantemente sospesi, scoprendo poi nel giudizio di merito (dopo giornate di caccia perse da cittadini che pagano le tasse), che invece spesso erano validi e coerenti con le leggi in vigore.
L'Italia è pressochè l'unico Paese, in special modo quelli del bacino del Mediterraneo, in cui si fanno i calendari venatori con atto amministrativo, ha detto Bruzzone, sottolineando che questo passaggio della sua proposta di legge "in realtà ci avvicinerebbe all'Europa". Alcune critiche secondo Bruzzone sono ricevibili, emendando la legge. Come il passaggio sui visori notturni, da utilizzare secondo gli intervenuti, solo nel controllo faunistico laddove se ne ravvisi la necessità, con una netta distinzione tra le due attivita' o la tracciabilità con anelli inamovibili anche dei richiami vivi allevati.
Si è detto inoltre aperto ai diversi suggerimenti avanzati dalle Associazioni Agricole. Agrinsieme e Coldiretti hanno chiesto incentivi e regolamentazione per il turismo venatorio dall'estero, una maggiore tutela, anche dal punto di vista burocratico, degli Istituti Faunistici Privati in virtù della gestione faunistica e della valorizzazione della selvaggina, oltre che soluzioni sul fronte del tema dei grandi carnivori e dei risarcimenti per i danni ricevuti. Su questi temi Bruzzone ha chiesto proposte scritte per emendare il testo già presentato.
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