Il Tar di Brescia si è espresso a favore dei cacciatori di selezione al cinghiale del Comprensorio Alpino Prealpi Bergamasche riconoscendo l'illegittimità della sospensione deliberata lo scorso anno dal Comitato di Gestione per questa forma di caccia. Il CA aveva infatti limitato le battute modificando di fatto le disposizioni previste dal calendario venatorio regionale.
La sentenza, emessa il 2 febbraio a seguito di un ricorso presentato da 73 cacciatori a maggio scorso, evidenzia come i provvedimenti presi dal Comprensorio abbiano superato i confini delle normative regionali e delle direttive della competente Struttura Regionale AFCP di Bergamo, creando un quadro normativo lesivo per i cacciatori di selezione e per la società civile. Con circa 1.500 capi abbattuti nel 2023, per altro i cacciatori rivendicano la loro utilità per il contenimento di questa specie invasiva, soprattutto alla luce delle disposizioni contro la diffusione della PSA.
I magistrati inoltre hanno annullato, in quanto illegittime, “tutte le disposizioni del regolamento che prevedono la possibilità per il Comitato di Gestione del CAC di irrogare sanzioni amministrative ai cacciatori di selezione” perché “nessuna prerogativa sanzionatoria in tale specifico ambito spetta ai CAC, né per quanto riguarda la comminazione delle sanzioni, né per quanto riguarda la loro concreta irrogazione” e ciò anche in relazione allo Statuto sociale. I giudici hanno accolto la maggior parte delle censure avanzate dai ricorrenti, condannando il Comitato di gestione al pagamento di una rifusione delle spese di almeno 12.000 euro.
La decisione si estende su ben 32 pagine e stabilisce un importante precedente giurisprudenziale per l'intera Lombardia, che avrà un sicuro impatto anche sulle aree operative e regolamentari di altri Comprensori e ATC lombardi, delineando i confini delle rispettive competenze.
I cacciatori, che hanno dimostrato di essere un valido strumento per il contenimento del cinghiale, si preparano ora a valutare ulteriori azioni legali per la tutela dei loro diritti e per l'addebito delle spese legali sostenute dal Comprensorio, stimate in circa 40 mila euro.
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