La Commissione Ue ha deciso di avviare una procedura di infrazione (INFR(2023)2187) nei confronti dell'Italia, inviando una lettera di costituzione in mora per il mancato rispetto della Direttiva Uccelli e del regolamento REACH (regolamento 1907/2006/CE modificato dal regolamento (UE) 2021/57) a causa delle modifiche introdotte nelle norme italiane sulla caccia.
Lo si apprende da un aggiornamento di oggi, 7 febbraio, sul sito della Commissione Ue, che prosegue: "La Commissione ha constatato che diversi atti legislativi italiani non sono conformi a tale normativa dell'UE. In violazione della direttiva Uccelli, la legislazione italiana conferisce alle regioni il potere di autorizzare l'uccisione o la cattura di specie di fauna selvatica, anche nelle aree in cui la caccia è vietata, come le aree protette, e durante il periodo dell'anno in cui la caccia è vietata".
L'equivoco è evidente, dato che si tratta delle norme approvate a fine 2022 che miravano a conferire alle Regioni esclusivamente la facoltà di predisporre piani per il controllo faunistico (che non è caccia) anche nelle zone protette, al fine di contenere le specie problematiche come il cinghiale. Un passaggio che evidentemente non è sufficientemente chiaro e che il Governo ci auguriamo abbia modo di chiarire al più presto presso gli uffici della Commissione.
L'altro tema riguarda l'uso e il possesso delle munizioni contenenti piombo all'interno delle zone umide. "La legislazione italiana - continua il comunicato Ue - non è inoltre conforme alle disposizioni del regolamento REACH, quale modificato, sull'uso del piombo nelle munizioni".
La Commissione procede pertanto all'invio di una lettera di costituzione in mora all'Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
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