Negli scorsi giorni la Commissione Agricoltura ha tenuto le audizioni con i soggetti interessati, tra questi anche le Associazioni Venatorie. Vediamo per sommi capi quali sono le diverse opinioni e osservazioni espresse durante l’audizione. E’ stato inviato un documento unitario della Cabina di Regia alla Commissione, ma persistono alcune differenze.
Calendari venatori approvati con legge
Generale apprezzamento per questa misura, che, a detta degli intervenuti (Buconi per Fidc, Corsetti per Italcaccia, Panuccio per Anuu Migratoristi, Sisto Dati per Libera Caccia, Piantini per Enalcaccia) risolverebbe il problema dei numerosi contenziosi al Tar, effettivamente garantendo una maggior certezza dei diritti di esercitare l’attività venatoria come permessa dalla legge, pur chiedendo di definire con certezza i criteri minimi e massimi da poter applicare sui territori. Unica voce fuori dal coro quella di Christian Maffei, di Arci Caccia, secondo cui le diverse sentenze della Corte costituzionale indicano che la strada non è percorribile. La cabina di Regia ha chiesto che si obblighino le Regioni a dotarsi di osservatori regionali e che venga riconosciuta anche la validità dei loro pareri.
Superamento Silenzio venatorio e scelta su 3 giornate di caccia
Modifiche alla legge apprezzate dalle associazioni intervenute, ad eccezione di Arci Caccia, secondo cui si tratta di misure etiche, di rispetto degli agricoltori e tra cacciatori, che garantiscono attualmente una presenza equilibrata sul territorio. Fidc, e Italcaccia hanno invece sottolineato come la norma debba andare nella sostanza della tutela delle specie ed evitare ingabbiamenti (in fatto di giorni praticabili) che hanno il solo scopo di disaffezionare chi pratica questo tipo di attività, alla luce di una sempre minore pressione venatoria.
Validità abilitazioni su tutto il territorio nazionale
Su questo punto tutti concordi, affinchè si superino le pastoie burocratiche che impediscono ad un cacciatore che abbia ottenuto l’abilitazione su un dato territorio ad esercitare per ciò che già conosce in altro luogo. Franolich, per Eps, ha sottolineato l’esigenza di pensare anche alla conversione delle licenze di caccia dall’estero al fine di avviare nel nostro Paese il turismo venatorio, anche per ragioni di sussistenza delle aree rurali.
Richiami vivi
Per Fidc bisogna chiarire con certezza tutte le disposizioni sugli anelli dei richiami vivi in maniera uniforme su tutto il territorio e in merito alla definizione dei soggetti allevati come non appartenenti alla fauna selvatica, si chiede una maggiore definizione in merito a quale tipo di legge siano assoggettati, ciò per evitare contenziosi ulteriori.
Visori notturni
Richiesta da più parti avanzata di una migliore definizione dei visori e dei loro utilizzi. Fidc propone che si cambi la definizione da “termici” a “digitali”. Arci Caccia contraria ad un’approvazione generica, al fine di evitare usi impropri. Eps, oltre ai visori per rendere più efficaci gli interventi sugli ungulati, ritiene anche che si possa inserire la possibilità di avvalersi di soppressori di rumore dello sparo, usati in tutta la Comunità europea.
Regolamentazione degli istituti privati, degli Atc e turismo venatorio
Franolich, Eps, così come già fatto in audizione dalle associazioni agricole, ha chiesto che ci sia una regolamentazione degli istituti privati (Aziende Faunistico Venatorie) in modo che si possano favorire le attività economiche legate alle gestione della fauna selvatica. Chiede inoltre che vengano introdotti sistemi di verifica dei risultati ottenuti nella gestione pubblica dagli Atc. Sisto Dati, per Anlc, ha chiesto che le nomine degli Atc diventino di stretta competenza nazionale, del Comitato Faunistico Venatorio o del ministero competente, togliendo questo potere alle Regioni.
Valorizzazione della figura del cacciatore
E’ stato infine fatto notare da diversi intervenuti come, in applicazione coerente con l’art. 9 della Costituzione che tutela l’ambiente, la legge dovrebbe riconoscere il ruolo cruciale del cacciatore in fatto di gestione ambientale, recupero degli habitat e studio, nell’interesse delle future generazioni.
Nella sua replica, l’On Bruzzone, ha dichiarato apertura verso i suggerimenti presentati, alcuni già condivisi (definizione ottiche digitali, turismo venatorio e funzioni degli Istituti privati). Rispondendo ad Arci Caccia ha evidenziato che il calendario venatorio approvato con legge non rischia di portare ai già visti contenziosi con la Corte costituzionale se appunto, si modificherà in tal senso la legge nazionale sulla caccia. “Le leggi regionali non si possono fare - ha detto - perchè è la 157 a non prevederlo”.
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