Il presidente di Arcicaccia Osvaldo Veneziano ha criticato l'operato del governo nei confronti della nuova legge sulla caccia. “Siamo un paese arretrato in materia” dice, “speravamo che in questa legislatura, rispetto al “film” già visto, si affermasse la “politica”, quella che risolve - e non che produce - problemi e lacerazioni tra i cittadini. All’inizio rappresentanti delle categorie, governo, Regioni, forze politiche promettevano la concertazione, ma a oggi possiamo purtroppo dire che una parte di chi l’ha proposta, ha mentito. I fatti dicono che questa “concertazione” la si teme così come la coerenza”.
In particolare Arcicaccia sostiene che “dal governo italiano non è venuta alcuna risposta alle richieste di ristornare parte delle tasse dei cacciatori che, per legge, dovevano andare alle Regioni per i ripristini ambientali”, inoltre “Si è posto il tema di affrontare il rapporto tra fauna selvatica e agricoltori a condizione che alcune Regioni la finissero di utilizzare le “deroghe” alla Direttiva europea trasformandole in caccia alle specie vietate (per questo siamo stati condannati dall’Europa)”.
Per quanto riguarda Zps e Sic “ il governo ha confermato – scrive Osvaldo Veneziano -, confortato dalla magistratura amministrativa, l’uso del piombo nelle zone classificate umide e il Parlamento, sulla “Comunitaria” con parere positivo del governo, il 20 maggio scorso, ha sancito che i tempi di caccia restano dal primo settembre al 31 gennaio. Lo scorso 15 luglio ci sono state le audizioni al Senato sul testo del relatore senatore Orsi. Tante voci diverse, molte l’una contro l’altra da parte delle categorie interessate, molte critiche dalle Regioni. Il testo “Orsi” riapre lo scontro frontale”.
Riferendosi al parere negativo espresso dalla Camera in sede di Commissione Agricoltura sulla modifica alla 157, Veneziano sottolinea che la proposta di legge oggi al Senato va scritta ex novo se non si vuole riaprire un conflitto dannoso per il Paese e per il patrimonio faunistico e ambientale che darebbe vantaggi risibili forse solo a qualche estremista”, suggerendo una priorità “scrivere una legge per i danni da fauna selvatica che sia scientifica ed efficace nei risarcimenti. Regioni, agricoltori e quelli che hanno a cuore le produzioni agricole e la conservazione della fauna, questo chiedono e hanno ragione”.