“Chiediamo alle Regioni di mettere in atto il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, pubblicato in Gazzetta Ufficiale già da luglio. È urgente una chiara operatività con interventi rapidi, concreti ed efficaci, un maggior coordinamento e risorse per la messa in sicurezza del sistema produttivo da cui dipendono importanti Dop e Igp dell’agroalimentare Made in Italy”. A ribadirlo, oggi, il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che ricorda quanto il testo costituisca lo strumento programmatico, tanto atteso, per far fronte al dannoso sovrappopolamento della fauna selvatica nel territorio nazionale.
“Non bisogna perdere altro tempo -continua Fini-. Occorre che le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, cui è demandata l’attuazione del Piano, usufruiscano delle misure previste, soprattutto per quanto riguarda i Piani Regionali di Interventi Urgenti (PRIU) relativi alla gestione del cinghiale, e che il Governo abbia un forte ruolo nell’accelerare il processo”.
Inoltre, l’ennesimo input di Cia arriva anche sollecitato dalla sensibile espansione della Peste suina africana, in un’area che al Nord sta diventando sempre più ampia e pericolosa per le produzioni suinicole di qualità. I casi di Psa hanno ormai superato le mille unità, toccando già 7 regioni. Con quasi 2 milioni di cinghiali ancora in circolazione che hanno procurato già danni all’agricoltura per 120 milioni di euro negli ultimi sette anni, è a rischio un settore, quello suinicolo, da 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera, così come la sicurezza dei cittadini su strade e autostrade dove gli incidenti, anche mortali, causati dagli ungulati sono sempre più frequenti, 500 in quattro anni.
“Occorre operare non più in maniera frammentata -commenta il presidente di Cia- o si finirà per compromettere anche gli obiettivi di un piano quinquennale, per l’abbattimento e la cattura, conquistato a fatica sui tavoli istituzionali. Superiamo, quindi, inutili interventi demagogici e continuiamo a lavorare in virtù di un equilibrio sempre più necessario. Da parte dell’organizzazione -conclude Fini- resta salda la disponibilità a contribuire nel delineare e risolvere tutte le criticità attraverso un dialogo costruttivo con le Regioni, affinché possano dotarsi tempestivamente di uno strumento unico e replicabile sui vari territori”.
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