Il caldo torrido di questi giorni, come abbiamo potuto tutti constatare, ha caratterizzato anche il mondo della caccia, i nostri dirigenti, i nostri rappresentanti nelle istituzioni, gli ambientalisti, i giornali (con giornalisti e annessi), categorie varie (anche quelle non direttamente interessate), e – ovviamente - opinione pubblica, montata ad arte per creare confusione e mettere zizzania fra coloro che di fronte a un problema come quello della revisione della 157 dovrebbero invece dialogare produttivamente.
In questo marasma, balza agli occhi la compostezza con cui le associazioni venatorie che rappresentano la stragrande maggioranza dei cacciatori italiani hanno sottoscritto il documento comune (vedi BigHunter) che è stato inviato alla Commissione Ambiente del Senato che si appresta a riprendere la discussione sulla riforma della 157.
Ma andiamo per gradi, individuando per sommi capi gli argomenti “caldi”.
CONSERVIAMO IL NOSTRO FUTURO
Ha fatto scalpore la notizia della campagna di tesseramento della Federcaccia, col manifesto – e uno slogan a effetto, che intende richiamare l'attenzione sui valori generazionali insiti nella cultura della caccia - che raffigura un bambino in tuta mimetica (venatoria a tutti gli effetti, visto il largo uso che se ne fa, in America come in tutta Europa, basta sfogliare le riviste di caccia del pianeta), seduto su una pressa di paglia, che soffia in un richiamo per anatre. Notizia accompagnata da stralci di un editoriale scritto dal presidente Dall'Olio sull'organo ufficiale dell'associazione, peraltro non ancora ricevuto dagli associati (come avranno fatto a leggerlo, gli estensori dell'agenzia che per prima l'ha diramata?).
In molti, sui blog, hanno gridato allo scandalo. Altri hanno collegato la scelta e la conseguente campagna diffamatoria con il ritiro dalla bozza Orsi dell'articolo che prevedeva la possibilità di praticare l'attività venatoria (accompagnati, come peraltro è previsto in molti altri paesi, non solo europei) già dai sedici anni. Autorevoli fonti del Senato, fanno invece sapere che la decisione di Orsi (vedi Big Hunter) era stata presa già precendentemente, sembra su sollecitazione dello stesso capogruppo del PDL, sen. Maurizio Gasparri (ma chi è osservatore attento, avrebbe dovuto capire che la decisione era già stata annunciata – in televisione - dallo stesso Gasparri addirittura prima delle elezioni amministrative. Quindi in tempi assolutamente non sospetti). Stesso dicasi per la civetta e probabilmente per qualche altro dettaglio che riguarda l'uso dei richiami.
IL PUNTO “O”
Si è parlato con abbondanza di interventi, in questi giorni, sempre sui blog, della richiesta delle associazioni venatorie firmatarie del documento, relativa a configurare almeno certa selvaggina, quale risorsa economica dell'impresa agricola. Le stesse fonti garantiscono che non ci saranno derive tipo 842 C.C., ma solo sostegno agli articoli già presenti nella bozza Orsi, relativamente alle Aziende Faunistico Venatorie e alle Aziende Turistico Venatorie. Articolato peraltro già sostenuto con un documento ufficiale prodotto da Coldiretti, al qual pare seguirà a giorni analogo documento di supporto alla bozza Orsi da parte di Confagricoltura. Staremo a vedere, senza tuttavia abbassare il livello d'attenzione.
TEMPI E SPECIE
Sembra invece che si stia riflettendo su come elaborare l'art. 18, riguardo all'elenco delle specie, ma soprattutto per collegare alle tre decadi di febbraio il prolungamento della caccia almeno a una decina di specie. Anche qui, staremo a vedere.
ITER DELLA LEGGE
Depositati i nuovi emendamenti (Della Seta, da solo, pare che ne abbia presentati oltre 1400; duro al riguardo pure il documento presentato dall'ISPRA. Ma l'augurio è che, come richiesto dal Ministro Zaia – che ha proposto anche la istituzione di un Ufficio Centrale della Caccia - , l'INFS torni come prima a essere autonomo e sotto l'egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri [Berlusconi, se ci sei batti un colpo]), la discussione in Commissione Ambiente al Senato probabilmente si protrarr�fino a dopo il 20 settembre. In aula, entro il mese d'ottobre, per il voto finale. E alla Camera? Se va bene, se ne parlerà dopo la Finanziaria, anche se al momento è difficile fare previsioni, visto le posizioni variegate e contraddittorie che qualche settimana fa si registrarono sull'argomento, in occasione dell'approvazione della “Comunitaria”.
Redazione BigHunter Magazine