Franco Zunino, segretario generale dell'Aiw (Associazione Italiana per la Wilderness) evidenzia come su il Fatto Quotidiano sia uscito un articolo commemorativo sui cinquant'anni dalla morte dello storico direttore del Parco Nazionale Gran Paradiso, Renzo Videsott che alla fine della guerra e per tutti gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, resse la carica con strenuo impegno in difesa e per la ripresa dello Stambecco, allora specie in grave rischio di estinzione in quanto ultimo nucleo sopravvissuto in tutte le Alpi.
L’articolo - scrive Zunino - è firmato da Walter Giuliano, noto protezionista ed anche Socio Onorario dell’Associazione Wilderness per averne sostenuto la formazione quale membro del Comitato sostenitore dei Documenti Wilderness. Peccato che, al solito e sull’onda mistificatrice e di revisione storica che dura da anni quando si scrive di Renzo Videsott, succede che, come peraltro si fa con Aldo Leopold, tutto si dice, anche cose di scarso interesse per tali personaggi, meno il fatto che fossero cacciatori; e cacciatori convinti fino alla fine dei loro giorni! Probabilmente la cosa che, se fossero in vita, più di tutte avrebbero voluto sentirsi dire: e chi scrive parla per conoscenza diretta del pensiero di Renzo Videsott sulla caccia e la sua passione!".
"Ma per quale inconscia ragione - si chiede Zunino - non si vuole riconoscere che nella storia del conservazionismo naturalistico mondiale alla radici di questo impegno ci sono stati non pochi cacciatori (affatto pentiti!), e quando i non cacciatori se ne fregavano della difesa di tante specie animali, ed anzi contribuivano indirettamente alla loro sparizione! Un primato, quello dei cacciatori, che oggi dà fastidio e che va quindi rinnegato, mentre andrebbe esaltato e onorato, perché se tante specie esistono ancora è merito loro".
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