Il Tar delle Marche ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Lac, Wwf contro il Piano Controllo regionale del Cinghiale 2018-2023 nella parte in cui consente la braccata come metodo di controllo. Secondo i giudici questa disposizione non risulterebbe adeguatamente giustificata. Il Tar ha inoltre osservato che la Regione Marche non ha fornito informazioni sufficienti sulle modalità e le tecniche di stima della popolazione utilizzate per ottenere i valori riportati nel Piano.
Il ricorso è stato respinto nella parte in cui contestava la partecipazione dei cacciatori alle operazioni di controllo della fauna selvatica. Il Tar ha ritenuto che la modifica apportata all'art. 19 della L. n. 157 del 1992 dalla l. 29 dicembre 2022 n. 197 superi la censura relativa all'incostituzionalità. Respinto anche il richiamo ai "metodi ecologici", per i quali secondo i giudici è stata data sufficiente contezza della loro insufficienza. La sentenza di contro osserva come la Regione Marche non abbia fornito informazioni sufficienti sulle modalità e le tecniche di stima della popolazione utilizzate per ottenere i valori riportati nel Piano.
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