Abbiamo chiesto alla Presidentessa Eddi Titta, di raccontarci quelle che sono le finalità del Gruppo Cacciatrici neo-costituito, cosa si prefiggono e quelle che sono le realtà delle cacciatrici impegnate in una caccia estremamente dura e faticosa :
Buongiorno, Eddi, innanzitutto congratulazioni per il vostro Gruppo, che ho visto molto compatto, dimmi subito una cosa, che differenze ci sono, se ci sono, con le cacciatrici dell’ Alto Adige ?
Penso che non ci siano particolari differenze con le cacciatrici dell’ Alto Adige in quanto l’ambiente alpino dove si svolge la caccia è molto similare, forse le uniche differenze sono quella numerica in quanto loro sono molte di più e la cultura che sta alla base della loro attività venatoria, di stampo prettamente austriaco. Noi siamo molto meno, circa una settantina, direi un gruppo etereogeneo con diverse anzianità, c’è la cacciatrice che ha la licenza di caccia da 44 anni e che tra qualche anno riceverà per i suoi 50 anni un riconoscimento da parte dell’Associazione Cacciatori del Trentino ed è anche una delle poche donne ad avere l’ abilitazione a svolgere il ruolo di “ Accompagnatore “ e c’è chi ha appena passato l’esame per la licenza. Siamo l’unico gruppo di cacciatrici, che io conosca, con uno statuto riconosciuto ed un direttivo e di questo siamo molto orgogliose.
Come mai avete sentito il bisogno di costituire un gruppo tra voi cacciatrici ?
Dopo diversi anni in cui ci si ritrovava solo in occasione della festa delle cacciatrici abbiamo sentito il bisogno di trovarci maggiormente per poter scambiare opinioni tra di noi e per costruire un gruppo che avesse più possibilità di operare nell’ambito venatorio solitamente strettamente maschile.
Bene, ma quali sono le vostre finalità?
Noi ci proponiamo di svolgere attività di carattere sociale sia nei confronti delle componenti del Gruppo sia di terzi, nel settore venatorio, faunistico e ambientale.
E più nello specifico ?
Innanzitutto, vorremmo accorciare quel divario e quelle incomprensioni tra il mondo della caccia e l’opinione pubblica, sensibilizzare il mondo venatorio ad una caccia in senso femminile, interagire con altre associazioni anche fuori provincia, sviluppare iniziative di carattere ecologico, organizzare iniziative culturali, didattiche, e ancora mostre, concorsi e ogni altra forma utile per il raggiungimento delle finalità di cui parlavo prima.
Quali sono nel prossimo futuro le iniziative che siete in procinto di attuare?
Abbiamo organizzato una mostra intitolata “Fauna, Flora, Piante officinali e Arte Venatoria” a Molveno, località turistica del Trentino, che ha riscontrato un grande successo inaspettato in cui abbiamo puntato maggiormente su una cultura ambientale per noi molto importante (la caccia non è solo sparo) dedicata soprattutto ai bambini e agli appassionati di montagna in generale.
La mostra comprendeva un angolo botanico, un angolo fotografico ambientale-naturale, un diorama con animali selvatici, la presenza del gruppo Cani da Recupero Trentini e la cosa più importante un angolo didattico e ludico per bambini che ci ha dato le maggiori soddisfazioni.
Quindi il vostro primo approccio sarà proprio quello di cercare un dialogo con le scuole ?
A questo ha già pensato l’ACT con il progetto Rudi che viene effettuato nelle scuole dai guardacaccia.
Il progetto volge ad iniziare i bambini verso la conoscenza dell’ambiente montano e degli animali che lo abitano attraverso figure, disegni e tutto ciò possa essere utile a questo scopo.
Ma raccontaci invece qual è la vostra di realtà? Cosa cacciate, come cacciate, quali sono i rapporti con gli uomini?
Essendo cacciatrici sparse su un territorio morfologicamente molto diverso la caccia viene effettuata in modo diverso. Abbiamo cacciatrici che prevalentemente cacciano ungulati in un ambiente di alta quota e quindi a loro tocca l’onore di grandi camminate, poi abbiamo cacciatrici che, influenzate dal loro territorio, hanno una passione per la piuma quindi per loro niente lunghe camminate ma capanno e cani.
Gli uomini ci amano e ci odiano! A parte gli scherzi abbiamo un ottimo rapporto con loro fatto di rispetto e collaborazione.
Ci sono delle impostazioni particolari su come dovete cacciare, per esempio nella tua riserva?
Le regole sono piuttosto semplici, per certi tipi di ungulati, tipo il capriolo o il camoscio, il cacciatore ha un piano di abbattimento suo e va da solo, mentre per i cervi siamo in squadre di 4 cacciatori a cui viene affidato l’abbattimento di un fusone e di un maschio adulto per esempio e lì chi prima lo fa …..
Bene, allora io ti ringrazio per la tua disponibilità e …..Weilmannsheit !!
Weilmannsdanke !!
Intervista raccolta da Denise Marzi