Un recente sondaggio condotto da YouGov, commissionato dalla Federazione nazionale francese dei cacciatori (FNC) in collaborazione con la FACE, ha dimostrato che i cittadini francesi approvano la caccia.
Con il 70% di intervistati che dichiarano di essere d'accordo o neutrali, si può affermare che la popolazione oltralpe sostiene l'attività venatoria purché sia condotta legalmente e nel rispetto delle leggi e dei regolamenti locali. Ciò dimostra un notevole livello di accettazione e comprensione della caccia come attività regolamentata all’interno del paese.
Oltre la metà degli intervistati (54%) ha riferito di avere almeno una certa familiarità con le pratiche e le leggi sulla caccia in Francia, evidenziando una generale consapevolezza sulla caccia come parte del panorama culturale e legale.
Ok anche alla caccia internazionale: a condizione che la caccia ai trofei (corna, palchi, ecc.) contribuisca alla conservazione delle specie e che rispettino le normative internazionali, il 58% degli intervistati si è dichiarato d'accordo o neutro.
I risultati di questo sondaggio contrastano nettamente con l'affermazione della Humane Society International (HSI), secondo cui il 91% del pubblico francese sostiene un disegno di legge volto a vietare l'importazione di trofei di caccia. È fondamentale notare che questi risultati arrivano sulla scia di una recente iniziativa politica che chiede di limitare il movimento dei “trofei” di caccia da e verso la Francia, che, sebbene non dibattuta, ha suscitato notevoli discussioni.
Secondo la FACE i risultati suggeriscono che la narrazione che circonda la caccia e l’importazione di “trofei” di caccia potrebbe trarre beneficio da una discussione più informata ed equilibrata, concentrandosi sul ruolo della caccia legale e regolamentata nella conservazione della biodiversità.
Face esorta i politici, gli ambientalisti e il pubblico a considerare questi risultati nelle future discussioni sulle normative sulla caccia e sulle strategie di conservazione. "Insieme, possiamo lavorare verso un futuro in cui la caccia venga riconosciuta per il suo potenziale nel sostenere la biodiversità e in cui le decisioni siano basate sulla comprensione e sull’evidenza, piuttosto che sulla disinformazione".
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