In Puglia l'emergenza cinghiali è ormai fuori controllo. A denunciarlo è la Cia Due Mari, a seguito degli ultimi episodi che hanno visto branchi di cinghiali affamati in pieno centro a Castellaneta Marina e nelle campagne limitrofe. L'organizzazione che difende gli interessi degli agricoltori contesta aspramente una serie di rimpalli di responsabilità che finora, purtroppo, non ha fatto altro che mortificare il territorio.
C'è paura nei centri abitati e allarme per l'imminente stagione turistica. “I cinghiali imperversano indisturbati, sono in continuo aumento e ormai raggiungono porzioni di territorio, centri abitati compresi, fino a poco tempo fa mai intaccate dall’emergenza" scrive Cia. I contenimenti sono frenati dalle lungaggini burocratiche, con l'effetto di un numero sempre maggiore di animali nelle zone urbane.
Cia se la prende anche con quelli che chiama gli “spettatori da divano” iscritti alle tante associazioni ambientaliste e animaliste: "la loro arcigna difesa dei cinghiali - scrive cozza inesorabilmente non solo con la tutela del comparto agricolo, ma anche con la sicurezza stradale, la salute e l’incolumità fisica dell’uomo. Pontificano, sentenziano e agiscono con i paraocchi, sottovalutando invece il danno ambientale che un animale onnivoro e non originario del nostro territorio (è giusto ricordarlo) può causare alla nostra vera fauna e microfauna selvatica (volpi, tassi, istrici, faine, lepri, ricci, ecc..)”.
"In Puglia - si legge nella nota Cia - , le attività di abbattimento selettivo non sono ancora state avviate perciò è evidente che qualcosa non ha funzionato. Notizia dell’ultim’ora è che, probabilmente, partiranno il prossimo 19 marzo e si concluderanno il 15 luglio. Per ora, si potrà cacciare solo con la tecnica dell’appostamento fisso e pertanto ci chiediamo se tali disposizioni basteranno a contenere l’intera emergenza. E mentre continua il ping-pong tra Regione e ATC circa le aree rurali in cui si potrà cacciare, i cinghiali ormai hanno raggiunto pericolosamente i centri abitati".
A questo punto Cia si chiede se le procedure burocratiche non vengano sempre di più rese farraginose per scongiurare la reale applicazione in campo del piano di contenimento, al solo fine di non scontentare ambientalisti ed animalisti.
Una situazione simile è contestata anche dalla Cia Siciliana per la presenza di troppi cinghiali nei terreni agricoli delle Madonie. Negli ultimi giorni branchi di suidi hanno arrecato pesanti danni ai pascoli nel territorio di Geraci Siculo, mettendo ancora una volta con le spalle al muro gli allevatori locali che dovranno provvedere con un pesante esborso al sostentamento dei propri animali, acquistando il fieno necessario. Fieno che, tra l’altro, è stato sotto attacco di recente nel territorio di Gangi e San Mauro Castelverde, dove ancora suidi e daini hanno danneggiato e saccheggiato le coltivazioni.
“Apprezziamo le azioni che stanno mettendo in campo in queste settimane la Regione e l’ente Parco delle Madonie – dichiara Camillo Pugliesi, presidente della Cia Sicilia Occidentale – ma crediamo che si possa e si debba fare di più. L’incremento della popolazione di suidi e daini è fuori controllo purtroppo da anni e davanti a certi numeri servono azioni più incisive e più a tappeto per arginarne la diffusione”.