Nonostante le sonore batoste degli ultimi anni, c'è chi ancora, nel colorito monducolo degli antispecisti, scommette di poter arrivare alle urne per un referendum abrogativo sulla caccia. Una strada tentata invano più volte, che nemmeno in caso di successo di quorum potrebbe dare certezze sull'abolizione della caccia in Italia (banalmente verrebbero abrogati degli articoli che potrebbero essere rimpiazzati da altre norme) ma che, evidentemente, serve per tenere alti i vessilli dell'antispecismo. La pagina facebook Ora Referendum contro la caccia, gestita da un irriducibile animalista, Giancarlo De Salvo, sta raccogliendo di nuovo adesioni per organizzare banchetti di raccolte firme e da alcune settimane sta pubblicando post (sempre uguali, cambiano solo le immagini degli animali) che invitano gli utenti a collaborare per arrivare all'agognato obbiettivo di proporre un nuovo quesito referendario. Questo il testo tipo: "La loro vita è nelle nostre mani... Dipende da quante persone ci aiuteranno a vincere il referendum contro la caccia... Per collaborare con noi Inviaci un messaggio WhatsApp".
Nei commenti a questi post si legge di tutto. C'è addirittura chi, in risposta alle preoccupazioni per le devastazioni di cinghiali e caprioli, consiglia di costruire un "muro molto resistente" per difendere le coltivazioni, chi fa notare di aver firmato innumerevoli volte e di essere un po' stanco di certe promesse, e chi approfitta per sfogarsi liberamente contro i cacciatori, definiti liberamente "assassini", "deviati", "psicopatici". L'odio è così totalizzante che per coloro che si affacciano su questa pagina il cacciatore è colui che spara a qualsiasi cosa si muova, senza alcun rispetto per le regole.
Tutto tace invece dall'altro comitato referendario, Cadapa, che lo scorso anno pur prorogando di mesi oltre la data del termine della raccolta firme, spostandola ad un certo punto solo sulla piattaforma on line, arrivò all'esiguo risultato di 19 mila firmatari, con il sostegno di Lav e Movimento 5 Stelle. Da facebook scopriamo che Paolo Bernini, ex deputato pentastellato che depositò i requisiti anti caccia in Cassazione, e che anni fa dovette risarcire un suo collaboratore che era stato licenziato perchè non vegano, oggi è impegnato contro l'allevamento, aizzando i suoi seguaci ad abbattere il "patriarcato con l'antispecismo". Già, perchè la produzione di latte, uova, carne e miele - scrive - sfrutta, violenta e uccide le femmine delle altre specie. Da antispecista doc lui non fa distinzioni tra animali e uomini e sogna un "femminismo intersezionale". Tutto vero, basta andare sulla sua pagina facebook.
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