Il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha risposto ad un'interrogazione del deputato pentastellato Alessandro Caramiello in merito all'attuale situazione sulle procedure di infrazione UE sulla caccia, aperte, nella loro fase preliminare, dalla Commissione europea a febbraio scorso, dando all'Italia due mesi di tempo per rispondere.
Ecco le parole del Ministro: "Secondo la Commissione europea il piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, previsto dalla legge di bilancio per l'anno 2023, non sarebbe conforme con il regime giuridico degli abbattimenti previsti dalla normativa unionale. Le posizioni confliggenti potrebbero essere superate mediante l'esplicitazione nella normativa nazionale delle direttive unionali, al fine di assicurare che il piano menzionato, teso essenzialmente a un più efficace controllo della fauna selvatica, non si presuma in contrasto con le disposizioni relative alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché con quelle concernenti la conservazione degli uccelli selvatici, direttiva n. 92/43/CEE. Sul tema sono in corso interlocuzioni con altri dicasteri interessati per giungere rapidamente ad una soluzione concertata".
In relazione al presunto contrasto della normativa nazionale con il regolamento Reach per la nozione di “zone umide” e per un quadro sanzionatorio non dissuasivo per l'uso di munizioni contenenti il piombo, all'interno o in prossimità delle aree stesse - ha aggiunto Pichetto Fratin - sono in corso interlocuzioni tra il MASE e il MASAF finalizzate a individuare eventuali modifiche di tipo normativo. Al fine di effettuare una ricognizione delle zone umide sul territorio nazionale il MASE ha istituito un tavolo di confronto con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l'ISPRA, e il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFAA), con la partecipazione del Ministero dell'agricoltura, del MASAF, che potrà fornire utili indicazioni anche in vista della definizione di possibili proposte normative volte a superare i rilievi formulati. Nella scelta: o normativamente modificare la norma o chiarire con la Commissione europea qual è la posizione applicativa dell'Italia.
Per consentire i lavori del tavolo e addivenire ad una proposta definitiva, in tutti i suoi aspetti, è stata anche avanzata la richiesta di proroga alla Commissione europea di almeno un mese per l'invio delle osservazioni e delle controdeduzioni richieste dalla Commissione" fa sapere il Ministro. Il che significherebbe dilazionare il termine che scadrà il 7 aprile, al 7 maggio.
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