Nella seduta del 4 aprile 2024, la Giunta Regionale della Liguria ha unanimemente approvato la delibera 327-2024 con l'obiettivo di potenziare le attività di depopolamento dei cinghiali selvatici al fine di contrastare la Peste Suina Africana (PSA).
Il provvedimento, proposto dall'Assessore alla Sanità Angelo Gratarola, si basa su una serie di regolamenti e ordinanze che stabiliscono misure speciali di controllo della PSA, nonché su piani regionali e nazionali di intervento urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della malattia.
Tra le azioni previste, vi è il riconoscimento di un contributo economico per ogni cinghiale selvatico abbattuto, con importi differenziati in base al sesso e alla localizzazione dell'abbattimento. Ovvero: 80 euro per femmine adulte e subadulti (esemplari rossi e striati), 40 euro per maschi adulti in zona di restrizione I e II e in territorio e comunque entro i 50 km dal confine della zona II per PSA; 30 euro per cinghiali abbattuti al di fuori dei 50 km del confine della zona II per PSA.
Inoltre, si prevede di potenziare la ricerca attiva delle carcasse sull'intero territorio ligure, con un ulteriore contributo (30 euro) per ogni carcassa rinvenuta. In totale sono stati stanziati 200 mila euro per la stagione venatoria 2024 - 2025.
Le attività di prelievo e ricerca attiva saranno coordinate e programmate in collaborazione con i Gruppi Operativi Territoriali e dovranno rispettare le normative e le modalità indicate dai piani regionali e nazionali.
Gli animalisti di LAV e GAIA protestano
"Una taglia da 200.000 euro di denaro pubblico regalato ai cacciatori autorizzati al depopolamento, ovvero sterminio di cinghiali femmine in periodo riproduttivo e anche cuccioli, per accontentare le lamentele della Federcaccia Liguria che il 29 febbraio scorso aveva inviato a tutte le autorità competenti una lettera per chiedere una contropartita alle loro attività di uccisione, sia economica che di autorizzazione all’autoconsumo delle carni. Poiché questo ultimo punto non è possibile per le norme sanitarie in atto per la PSA la Giunta Toti concede la taglia, di questo si tratta" scrivono in una nota le delegazioni liguri di LAV e GAIA.
Un intervento che merita una riflessione, dato che questi animalisti sono gli stessi che accusano la braccata di destrutturare i branchi, causando la stessa proliferazione della specie (cosa che è molto più complessa e in termini numerici falsa). Gli studi che portano a sostegno delle loro tesi, in realtà, imputano alla braccata sostanzialmente di essere poco efficace proprio perchè predilige esemplari maschi e grossi, suggerendo come possibile soluzione (e unica) per un'efficace contenimento, quella di accanirsi su piccoli e scrofe. Paradossale che ora, e solo ora, che le conclusioni degli studi scientifici da loro erroneamente citati vengono applicate in una situazione di chiara emergenza sanitaria, imputino queste disposizioni a fantomatici capricci dei cacciatori.
A rispondere agli animalisti, in una nota, interviene il Deputato ligure della Lega Francesco Bruzzone. “Regione Liguria - scrive in una nota - sta facendo il possibile per arginare il problema della pandemia di peste suina africana, insieme alla struttura commissariale nazionale. L'auspicio è che tutte le forze, anche quelle sociali, lavorino in quella direzione. Dispiace apprendere nuovamente che qualcuno, all'insegna di squilibrate forme di animalismo, non condivida la necessità di combattere la pandemia mettendo a rischio sanitario le attività umane. Di queste associazioni apprezzo soltanto il coraggio che hanno, assumendosi la responsabilità di fare proposte che se dovessero essere attuate rischierebbero di incrementare la pandemia in corso.”
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