In Francia, i cacciatori rispondono alle critiche mettendo a sistema i loro progetti di tutela ambientale e a salvaguardia della biodiversità. I fattori determinanti, che portano ad un riconoscimento pressochè unanime dalla comunità francese, sono coesione e comunicazione. Due aspetti su cui noi italiani abbiamo ancora qualcosa da imparare.
Progetti come Ekosentia, per la riabilitazione o la creazione di sentieri, che favoriscono il ritorno della piccola fauna selvatica e al contempo crea percorsi per escursionisti e amanti della natura. Il progetto, attuato nel 2020, ha ottenuto finanziamenti statali (tramite gli eco-contributi dell'OFB, Ufficio Nazionale per la Biodiversità) ed è coordinato dalla Federazione Nazionale dei Cacciatori, che ne segue in particolare gli aspetti comunicativi e legali, "per capitalizzare il feedback" (un po' quello che fanno da noi le grandi associazioni ambientaliste).
Un altro progetto avviato dalla Federazione è J’aime la nature propre (amo la natura pulita), ovvero l'operazione che annualmente mobilita migliaia di persone (tra cacciatori e simpatizzanti) per operazion di raccolta di rifiuti. O anche Agrifaune, programma multiparner che mira a promuovere la considerazione della fauna selvatica nell’ambito di un’agricoltura efficiente, contribuendo così allo sviluppo sostenibile delle aree rurali e all’integrazione della biodiversità nel modello agricolo, tra gli altri obiettivi; il progetto Rondini e biodiversità che vede i cacciatori protagonisti in misure di conservazione, come la protezione dei siti di nidificazione e la sensibilizzazione del pubblico sull’importanza di queste specie per gli ecosistemi. O ancora Sensibilis'haie che promuove la piantumazione e la gestione sostenibile delle siepi, elementi essenziali della biodiversità nel paesaggio.
Oltre a questo, in partnership con attori come OFB, CNRS, INRAE, INSERM, Cea, università, scuole veterinarie di Tolosa e Lione e Cemagref, i cacciatori realizzano studi tecnico-scientifici secondo protocolli condivisi con l’obiettivo di comprendere meglio e proteggere la biodiversità. Tra questi studi si segnalano quelli ornitologici che permettono di monitorare le popolazioni di uccelli migratori e quindi di comprenderli meglio per proteggerli.
In generale l'impegno è riconosciuto dalle autorità competenti, come dimostra il rinnovo del riconoscimento concesso alla FNC (Federation Nationale des Chasseurs) come associazione per la protezione ambientale da parte del Ministero della Transizione Ecologica.
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