La Lav protesta contro il “Piano straordinario e speditivo di contenimento delle popolazioni stabili di capriolo in provincia di Asti”, con la quale l'amministrazione provinciale avrebbe deciso di ridurre del 30% la popolazione sul suo territorio, ovvero abbattere 1240 esemplari.
L'associazione animalista lamenta alcune lacune e violazioni della norma nazionale sulla tutela degli animali selvatici: mancherebbe il parere obbligatorio dell'Ispra, non sarebbero stati riportati dati di riferimento agli incidenti stradali e i danni alle coltivazioni risulterebbero imputabili alla specie solo in 8 aree delle 41 censite. Inoltre i censimenti sarebbero stati fatti in maniera approssimativa, riferendosi al 14% della superficie provinciale.
La Lav ha diffidato il Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero, intimandogli l'immediata cessazione dell'attività di abbattimento. "Se anche un solo capriolo dovesse essere ucciso, segnaleremo alla Corte dei Conti tutti coloro che hanno votato a favore del piano di controllo" scrive, segnalando la possibilità di danno erariale come già avvenuto nei confronti della Provincia di Bolzano, che a seguito di analoga denuncia, venne condannata - attraverso i suoi funzionari - al pagamento di quasi un milione di euro per danno causato dall'abbattimento illegittimo.
Altra accusa della Lav è che il Piano sembra sia stato predisposto più per "riempire i freezer dei cacciatori", dato che gli animali sarebbero stati destinati a loro. Si attendono ora le decisioni della Provincia. Ci si augura che possa rispondere nel merito, rassicurando sulla legittimità del provvedimento e che non abbia realmente approvato un Piano non basato su criteri scientifici, prestando il fianco agli animalisti.
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