La Giunta della Provincia Autonoma di Trento ha approvato le limitazioni relative al calendario venatorio per la stagione 2024 - 2025, decidendo di non applicare alcune richieste dell'Ispra, a cominciare dal posticipo richiesto per l'apertura generale della stagione, il 2 ottobre, anzichè il 15 settembre. In preapertura, dall'8 settembre, si cacciano colombaccio, cornacchia grigia, cornacchia nera, ghiandaia, merlo. Come gli scorsi anni rimangono escluse dal prelievo pernice bianca, starna, moretta, moriglione e tortora. Esclusa anche la caccia al cinghiale, il cui abbattimento continuerà sotto forma di controllo faunistico in previsione di ridurre la densità della popolazione presente.
Per l'avifauna migratoria, la Giunta ha considerato le raccomandazioni di ISPRA per le date di chiusura riguardanti allodola, merlo, tordo bottaccio, tordo sassello, ma ha deciso di mantenere le date di apertura stabilite sulla base della lunga tradizione venatoria trentina e delle condizioni ambientali locali. Chiudono il 9 gennaio solo tordo sassello, cesena, mentre il 15 dicembre beccaccia, tordo bottaccio, colombaccio, merlo, beccaccino, corvidi, fagiano, quaglia. Gli acquatici alzavola, canapiglia, fischione, germano reale, marzaiola sono cacciabili fino al 15 gennaio. Mentre la volpe fino al 31 gennaio.
Per quanto riguarda il fagiano di monte maschio e la coturnice, il periodo di caccia fissato dalla legge va dal 1 ottobre al 30 novembre. La Provincia ha però deciso di limitarne il prelievo, chiudendo la caccia al 16 novembre per le riserve che hanno due o più capi assegnati. Invece, per le riserve che hanno un solo esemplare assegnato la caccia termina il 23 ottobre. La stessa limitazione è prevista per la coturnice, qualunque sia il numero di capi assegnati, visto lo stato di vulnerabilità della specie.
La Provincia ha deciso di confermare anche quest'anno la deroga sulla limitazione nel periodo degli amori per la caccia al cervo (in contrasto con il parere Ispra). Questa decisione è stata presa considerando la crescente espansione della specie, che comporta un aumento dei danni alla rinnovazione forestale, all'agricoltura e un incremento degli incidenti stradali. La necessità di controllare la diffusione spaziale e numerica del cervo ha spinto le autorità ad adottare misure più stringenti. Proprio per questa ragione non è stata accolta la richiesta dei Cacciatori Trentini sospendere la caccia al cervo dal 19 settembre al 5 ottobre 2024.
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