Il presidente di Federcaccia Massimo Buconi ha partecipato ad un confronto diretto con l'avvocato del Wwf Domenico Aiello sulla riforma della 157/92, in particolare sulla proposta dell'On. Bruzzone in discussione alla Commissione Agricoltura della Camera.
Buconi sull'impianto della riforma (sulla cui possibile approvazione si è detto scettico per le contrapposizioni ideologiche in campo), si è limitato a dire che i due punti della proposta Bruzzone che il mondo venatorio ritiene prioritari, sono quelli che intendono fare chiarezza sul tema delle procedure di identificazione dei richiami vivi e sull'approvazione dei Calendari Venatori, risolvendo all'origine, tramite disposizioni di legge certe, il problema delle numerose impugnative davanti ai Tar. Nell'arco del suo intervento Buconi ha fatto notare come la Direttiva Uccelli sia applicata in chiave restrittiva soltanto in Italia (il riferimento è ai KC italiani, redatti dall'Ispra).
Buconi ha avuto la possibilità di controbattere alle parole di Aiello contro l'esercizio delle funzioni del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio, il quale ha rivendicato il ruolo secondo lui prioritario dell'Ispra sulle decisioni in tema di fauna selvatica. Il Presidente di Federcaccia ha sottolineato che Ispra non è un organo legislativo e che, come previsto dalla legge 157/92, deve limitarsi a dare pareri tecnici che, come democrazia vuole, possono essere disattesi dalla politica valutando tutti gli studi disponibili.
Ha inoltre ribadito che per procedure di infrazione (sono miliardi quelli sborsati ogni anno anche per multe sul fronte ambientale) nessun euro è stato pagato dall'Italia negli ultimi 25 anni per disposizioni sulla caccia, infine sulla procedura Pilot sul divieto di uso e trasporto di piombo nelle zone umide, il Presidente Fidc ha tenuto a precisare che da parte del mondo venatorio è stata richiesta chiarezza sull'applicazione del divieto e sulla definizione delle zone umide, dato che in Italia era stato criminalizzato (sanzioni penali) il mero possesso di munizioni nelle vicinanze di una qualsiasi zona allagata.
Alla fine del confronto mal celato nervosismo da parte del rappresentante del Wwf, che è sbottato accusando Buconi di rappresentare e difendere il bracconaggio. Il Presidente di Federcaccia gli ha tenuto testa, e grazie anche (bisogna ammetterlo) alla correttezza del giornalista Alberto Marzocchi, è riuscito a smontare alcune tra le più blasonate mistificazioni sulla caccia, questa volta senza essere interrotto.