Si è svolto a Bastia Umbria, durante la manifestazione Caccia Village, il convegno “Telemetria satellitare aggiornamento 2024 – Studio dei flussi migratori con ecoradar” organizzato dall'Ufficio Studi e Ricerche FIdC.
Il coordinatore tecnico scientifico dell’Ufficio, Michele Sorrenti, ha evidenziato l'importanza dell’utilizzo di tecnologie avanzate per scoprire nuovi dati: "Il nostro contributo si differenzia da quello di Ispra - ha detto -. Non accettiamo più di perdere giornate di caccia se i nostri dati, studiati e interpretati scientificamente, differiscono da quelli presentati da altri."
Antonella Labate, dell’Ufficio Studi e Ricerche Lombardia ha sottolineato che “il progetto migrazioni serve a tutelare i calendari venatori. Ispra ha autorizzato il protocollo di lavoro e il nostro studio, ma non ne ha riconosciuto il valore dei risultati e ne ha contestato il metodo, insomma sono cambiate le carte in tavola”. Labate ha illustrato la situazione della cesena con i dati raccolti sul territorio lombardo: “Il nostro obiettivo – ha spiegato – era definire la data d’inizio migrazione prenuziale e i movimenti nelle aree di svernamento delle cesene. Abbiamo preso in considerazione solo individui adulti e di sesso maschile: adulti perché più esperti, nel senso che hanno già affrontato le sfide della migrazione, di sesso maschile perchè nelle femmine, il dispositivo applicato sul dorso, avrebbe impattato sulla riuscita dell'accoppiamento. Per la raccolta abbiamo usato reti MIST-NET invisibili e selettive in grado di non intrappolare animali più grandi e far passare gli animali più piccoli. Abbiamo anche attuato una campagna di comunicazione sui quotidiani regionali e locali per sensibilizzare i cacciatori a restituire i dispositivi in caso di abbattimento di cesene equipaggiate. Insomma, tutti erano informati. Fra le scoperte evidenziate da questo studio – conclude Labate – applicato a 75 animali possiamo dire che le cesene catturate hanno svernato principalmente in Lombardia, tranne alcuni casi isolati in Piemonte, Svizzera, Francia Meridionale e Ungheria. Inoltre, l’ultima localizzazione in area di svernamento – per 16 individui in tre anni di studi – risulta mediamente il 14 marzo: la più anticipata il 9 febbraio e l’ultima il 5 aprile. Infine, gli individui che hanno completato la migrazione hanno raggiunto i quartieri di nidificazione situati principalmente in Russia Nord Occidentale e in un caso solo in Finlandia”.
Sorrenti ha presentato aggiornamenti sul tordo bottaccio: “Abbiamo iniziato in Sardegna perché ISPRA sostiene che i tordi si spostino in gennaio dalla Sardegna alla Liguria ed era nostra intenzione verificarlo. I dati delle stagioni 2021-22 e 2022-23 sono stati presentati in un poster al Convegno Nazionale di Ornitologia in settembre 2023 e hanno dimostrato spostamenti solo a partire da inizio marzo verso la Toscana e il Lazio e nessun inizio in gennaio. Nella stagione 2023-2024 abbiamo applicato 7 trasmettitori in Sardegna e 6 nelle Marche (si tratta di trasmettitori leggerissimi dal peso di 2 grammi alimentati a energia solare) che hanno funzionato molto bene. I dati di migrazione ottenuti per 11 su 13 soggetti marcati dimostrano che non si sono verificati effetti negativi sulla sopravvivenza dell’animale. Per comodità abbiamo battezzato i soggetti con i nomi di alcuni paesi nelle regioni interessate dalla ricerca e siamo riusciti a scoprire che Gradina e Camerano (Marche) sono arrivati in Siberia orientale rispettivamente in vicinanza di Novosibirsk e Krasnojarsk, Varano (Marche), partito il 28 febbraio, sembra avere scelto l’Austria come areale riproduttivo. Montalbo (Sardegna) invece è adesso in Siberia nei pressi di Ekaterinenburg. Il tordo Oliena (Sardegna) si trova in Russia europea a nord di Mosca vicino alla città di Vologda. Il tordo Redentore (Sardegna) ha interrotto le trasmissioni il 14 marzo, ma ci ha fornito la data di partenza della sua migrazione”, tutti questi risultati dimostrano assenza di migrazione prenuziale in gennaio”.
Alberto Mellano, ingegnere aerospaziale “prestato” al mondo della migratoria ha spiegato che in Francia, dove vive, “utilizzano i sistemi radar per monitorare la migrazione già da molto tempo e pubblicano i dati su un sito internet aperto a tutti e che esistono diversi tipi di radar che possono essere regolati per studiare i flussi migratori in diverso modo. La Federazione dei Cacciatori Francesi ha installato vari radar dislocati in varie aree della Francia. L’uso di telecamere associato ai radar permette di identificare le specie, in particolare coi radar verticali e questa sembra essere la soluzione più efficace per lo studio quantitativo dei flussi migratori”.
Nel suo intervento conclusivo dedicato alla “regina del bosco”, la beccaccia, Alessandro Tedeschi ha messo in evidenza che “le attività sul campo nel 2023/2024 hanno preso in considerazione 8 regioni più l’isola di Pantelleria in un periodo compreso dal 23/11/2023 al 15/2/2024; le beccacce equipaggiate con telemetria sono state 27. Le attività di campo mi hanno fatto percorrere in tutta Italia circa 8.000 kilometri. In totale, invece in tutto il periodo di studio (dal 2011 ad oggi) i soggetti equipaggiati sono stati 159 in 15 regioni e l’isola di Pantelleria”.
Per i beccacciai ecco qualche curiosità: la migrazione più lunga è stata di 5.722 Km e a compierla è stato il soggetto Fraterna. Invece, la beccaccia denominata Monforte ha effettuato in un colpo solo una tappa record di ben 996 KM, molto probabilmente aiutato dal vento. Sempre Monforte in quel “tappone” ha fatto registrare il record di velocità di ben 124 Km all’ora. Invece il volo con l’altitudine maggiore è stato di Fraterna, animale registrato a 1.400 metri sul livello del mare. L’animale Salento quest’anno ha ripetuto la migrazione dell’anno precedente, percorrendo quasi lo stesso tragitto.
I saluti finali e la carica per quest’attività sono arrivati dal responsabile dell’Ufficio Lorenzo Carnacina: “Dobbiamo comprendere i passi avanti che abbiamo compiuto fino ad oggi dal 2009, quando è stato fondato l’Ufficio Avifauna FIdC. Questi studi sono preziosissimi per tutti non solo per noi che abbiamo sempre cercato la giusta collaborazione con tutti ma purtroppo, non è ricambiata come speravamo. Abbiamo in mano dati leggibili grazie alla fatica e al duro lavoro di Federcaccia”. (Fidc)
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