In risposta ad alcuni casi di trichinella riscontrati negli animali selvatici, la Regione Lazio ha emanato una nuova nota che dispone di sottoporre tutti gli ungulati cacciati ad analisi sanitarie specifiche. Nel 2023, sono stati rilevati sei casi positivi nella regione.
La circolare regionale impone che per tutti i capi cacciati sia disposta l'effettuazione del prelievo del campione per la ricerca della trichinella. Questo prelievo dovrà essere effettuato dal cacciatore che ha abbattuto l'animale, da una persona formata o dal veterinario ufficiale. Le analisi saranno eseguite dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale e, nel caso di autoconsumo, non saranno soggette a pagamento.
In merito allo smaltimento dei sottoprodotti, la nota chiarisce che il regolamento CE 1069/09 non si applica ai corpi interi o parti di selvaggina destinate all'autoconsumo, purché vengano rispettate le buone prassi venatorie. Questo significa che gli intestini e altre parti degli animali possono essere smaltiti sul posto dal cacciatore tramite sotterramento, a condizione che il terreno sia adeguato per evitare contaminazioni delle falde acquifere o danni ambientali. I sottoprodotti devono essere interrati a una profondità sufficiente per impedire l'accesso ai carnivori e cosparsi con un disinfettante idoneo prima del sotterramento.
La deroga non si applica alle forme di caccia collettiva, a causa dell'elevato numero di animali cacciati e dei relativi sottoprodotti, né ai sottoprodotti derivanti da selvaggina destinata alla commercializzazione.