Le indagini sugli incendi in Sardegna hanno portato all'arresto di una persona, accusata di aver provocato un grosso incendio che ha coinvolto 25 mila ettari di vegetazione causando danni per 80 milioni di euro. Si tratta di un operaio rumeno, dipendente di un'azienda agri -faunistica venatoria colpevole, secondo le indagini, di aver provocato l'innesco a Berchiddeddu (OT) mentre guidava il trattore dell'impresa agricola ma soprattutto di non aver dato l'allarme in tempo, forse per paura o per negligenza.
Ancora non si spiegano invece le accuse avanzate dal Tg2 lo scorso lunedì 27, quando data la notizia dell'incendio, veniva avanzata l'ipotesi di un “possibile coinvolgimento di cacciatori”, tesi assurda se relazionata alle intenzioni dell'azienda, la cui attività, basata sostanzialemente sulla caccia, è praticamente morta visto che il suo territorio è stato per intero percorso dal fuoco.
Forse i giornalisti di questo telegiornale, che già in passato ha alzato il dito contro la caccia in tema di randagi e abbandono estivo dei cani, hanno pensato di poter distorcere nuovamente un'informazione, viste le successive mosse ambientaliste (richiesta alla Regione di rinviare l'apertura della stagione venatoria in Sardegna e di sospendere la caccia alla fauna stanziale). Non lo sappiamo ma possiamo farci un'idea e augurarci che tali strumentalizzazioni contro la caccia abbiano presto fine.