I cacciatori sono importanti sentinelle attive (anche fuori dalla stagione venatoria) nel monitoraggio delle patologie della fauna selvatica. E continuano ad essere determinanti nell'individuare il rischio aviaria nel nostro paese. Su questo importante contributo, lo scorso 31 maggio, alla sala congressi del Trap Concaverde di Lonato, si è svolto un incontro organizzato da Acma di Brescia a cui hanno partecipato esperti italiani in materia, in particolare il dott. Calogero Terregino dell’Izsve di Padova e la dott.ssa Ana Moreno Martin dell’Izsler di Brescia. Presente anche Mario Chiari, Dirigente Veterinario Dg Welfare di Regione Lombardia.
E' stato presentato il bilancio degli ultimi 4 anni di monitoraggi da parte dei cacciatori di anatidi, fondamentale per monitorare la situazione ed evitare ulteriori problematiche, permettendo ai cacciatori di poter utilizzare i loro richiami nell’attività e l’immissione di pronta caccia nelle zone di minor rischio e in zona A. Nelle annate 2022/23 nella sola Lombardia grazie alla rete costituita dai 12 appostamenti fissi individuati sono stati raccolti circa 3260 tamponi cloacali (61% alzavole) in cui la presenza del virus è stata riscontrata positiva nel 2022 per il 4,15 % e nel 2023 per il 5,47% dei campioni.
Nel corso degli ultimi anni la collaborazione del mondo venatorio con gli istituti preposti si è via via affinata e ampliata con obiettivo principale l’individuazione e la segnalazione tempestiva dei virus H5 e H7 ad alta patogenicità negli anatidi presenti nel nostro territorio. Il lavoro dei cacciatori permette l’applicazione di misure idonee per prevenire l’introduzione del virus negli allevamenti di pollame domestico e salvaguardare la salute pubblica e animale.
Lo scorso anno l’individuazione precoce (3 e 15 novembre 2023) tra gli anatidi abbattuti del virus H5N1 ha permesso di allertare prontamente gli allevatori per accelerare i tempi di consegna e liberare quanto prima i siti industriali. Di fatto i focolai sono stati molto contenuti. Ancora una volta i tecnici hanno ribadito l’importanza di ampliare la sorveglianza passiva (volatili trovati morti) e attiva (tamponi sui capi abbattuti e sui richiami).