In una nota l'Arci Caccia interviene sulla questione tortora, evidenziando perplessità per la "girandola di comunicazioni e circolari che hanno seguito la richiesta di moratoria del prelievo giunta dalla UE". "Che i Ministeri competenti ci dicano chiaramente se la tortora può essere cacciata o meno e in caso positivo a quali condizioni" scrive l'associazione.
"Già la Commissione Europea ha avuto il solito atteggiamento “pilatesco”, - si legge nella nota - raccomandando di chiudere la caccia alla tortora anche nella flyway orientale, ma fornendo le quote di prelievo agli stati membri (17.590 capi per l’Italia). A seguire il Ministero dell’Ambiente ha inviato in data 14 maggio una circolare dove “si invitano tutte le Regioni a escludere la Tortora selvatica dai rispettivi calendari venatori per la stagione 2024-25.” , con questo scaricando la responsabilità della scelta politica alle Regioni. Un atteggiamento di comodo giuridicamente e tecnicamente sbagliato, visto che le trattative in Europa le ha condotte il Ministero".
Secondo Arci Caccia aprire la caccia dimezzando ulteriormente il prelievo, come si è ventilato, "ci sembra tragicomico". "Ricordiamo, a titolo di esempio, che in Toscana lo scorso anno con 5000 capi in prelievo, la caccia alla tortora si è chiusa, con comunicazione sulla APP, alle 9.15: dimezzare il prelievo vorrebbe dire cacciare per un’ora circa; una presa in giro per i cacciatori su cui esprimiamo forte contrarietà!".
Arci Caccia chiude con una riflessione: "Il mondo venatorio ha risposto bene alle limitazioni poste per poter continuare il prelievo di questa specie senza impattare negativamente sulla stessa. Eppure, sembra che le misure del piano di gestione non abbiano sortito grandi effetti e la popolazione europea di Streptotelia turtur stia peggio di prima. Possiamo quindi affermare che la caccia non era il problema principale? Per questo chiediamo che, di pari passo alle misure nei confronti del prelievo venatorio, il Governo si adoperi per rimuovere gli ostacoli ambientali alla ripresa di questa specie tanto importante per l’ambiente ed i cacciatori italiani".