Arci Caccia Abruzzo in una nota esprime la propria soddisfazione per la pubblicazione dell'ordinanza con cui il Tar Abruzzo ha rilevato la possibile illegittimità costituzionale della Legge Regionale n. 11 del 2023 che ha stabilito i criteri per la nomina dei rappresentanti delle Associazioni Venatorie nei Comitati di Gestione degli ATC.
La legge ha modificato la norma precedentemente in vigore che prevedeva per le associazioni con un numero di iscritti superiore al 15% dei cacciatori residenti nell’ATC la possibilità di nominare propri rappresentanti nei comitati di gestione. In aggiunta a questo paletto, è stato stabilito che le associazioni venatorie nazionali riconosciute presenti sul territorio abbiano un minimo di iscritti superiore al 6,6% dei cacciatori residenti in provincia per poter essere rappresentate negli Atc. Il cosiddetto metodo d’Hont, un sistema di calcolo che, secondo l’Avv. Matteo Valente, che ha rappresentato l’Arci Caccia nel giudizio, “premia” oltre misura l’Associazione che ha più iscritti. Questo secondo paletto nei fatti produce un effetto che consente all’Associazione con più cacciatori di poter esprimere un numero esagerato di propri rappresentanti, sottraendo seggi alle altre Associazioni“.
“Ora la questione passerà al vaglio della Corte Costituzionale che è stata chiamata ad esprimersi sulla tenuta costituzionale della Legge Regionale. Se la Suprema Corte dovesse ritenere – come suggerito dal Tar – che la doppia soglia di sbarramento viola i principi di uguaglianza e proporzionalità, la Legge verrà dichiarata incostituzionale e dunque sarà annullata“.
Dichiarando rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 3, comma 3, della legge regionale n. 11/2023, il Tar ha disposto la sospensione del giudizio fino alla decisione della Corte Costituzionale e l’immediata trasmissione degli atti alla stessa Corte.