In Francia ogni cacciatore dedica in media 16,5 giorni all’anno alla vita comunitaria e alla conservazione del territorio. Uno sforzo collettivo quantificabile in circa 54 milioni di ore annue dedicate al monitoraggio degli ambienti naturali, un contributo equivalente a 108.000 posti di lavoro a tempo pieno per la stagione 2022-2023. Il calcolo sul lavoro volontario degli 800 mila cacciatori francesi, esce da uno studio degli istitui di ricerca Randea e Xerfi Specific.
Tra le loro azioni principali vi sono la regolazione delle popolazioni di cinghiali per prevenire danni agricoli e forestali, il mantenimento delle zone umide e degli habitat naturali, e il monitoraggio delle specie animali. Inoltre, partecipano a programmi per limitare lo sviluppo di specie invasive e organizzano operazioni di raccolta dei rifiuti.
Oltre alla conservazione ambientale, i cacciatori volontari sono attivi anche nel rafforzare i legami sociali nelle zone rurali. Partecipano all’organizzazione di eventi socio-culturali e giornate di sensibilizzazione sulla natura, fornendo supporto alle comunità locali e collaborando con le autorità per azioni di interesse generale.
Il volontariato dei cacciatori coinvolge tutte le generazioni, dimostrando un impegno costante e trasversale. Indipendentemente dall’età, i cacciatori dedicano tempo e risorse per sostenere l’ambiente e la comunità, sottolineando la loro passione per la natura e il senso di responsabilità verso il territorio.
Le motivazioni sono profonde. Dalla ricerca è emerso che cacciatori sono mossi da un senso di responsabilità verso la conservazione degli ecosistemi. La caccia rappresenta per loro molto più di un semplice passatempo: è un modo per connettersi con l’ambiente, condividere conoscenze e valori, e contribuire attivamente alla protezione della biodiversità per le future generazioni.
Un reale esempio di cittadinanza attiva e responsabile, che contribuisce a un futuro sostenibile per tutti.